Due giudici, due sentenze (molto diverse)

Mercoledì 19 Ottobre 2011 00:00
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SENTENZA 1

MILANO - Una cuccia da un metro quadrato, circondata da piante e fiori, sempre pulita: è qui che abitano, nel cortile di via Mar Nero 13, cinque gatti sterilizzati e sotto costante controllo del veterinario. Protagonisti, loro malgrado e a loro insaputa, di una vicenda giudiziaria che andava avanti addirittura dal 2006 tra lettere degli avvocati, visite dell'Asl e tentativi di smantellamento. Già, perché nel 2006 una coppia di inquilini, che i gatti proprio non li sopporta, ha deciso di intentare causa contro tutto il condominio: 549 famiglie. Una recente sentenza del Tribunale di Milano, resa nota da Aidaa, ha dato ragione ai «gattari», tutelando questa e le altre colonie feline della città con la motivazione che i gatti sono «animali sociali» e quindi il loro «aggirarsi liberamente per gli stabili condominiali» non è contrario alle regole, anzi, è in qualche modo un loro diritto. Una sentenza definita «storica» dagli animalisti.

 

«NON POSSONO ESSERE ALLONTANATI O CATTURATI» - La denuncia della coppia antigatti era articolata in 95 punti: si andava dall'«impedimento a respirare aria normale» ai «miasmi», dall'aggravamento di problemi di salute alla lesione di «diritti di rango costituzionale». Si chiedeva la rimozione delle cassette in cui veniva lasciato il cibo, l'allontanamento degli animali e un risarcimento morale agli altri condomini. Ma già nel 2006 gli ispettori dell'Asl non avevano riscontrato problemi: «Gli operatori non hanno percepito odori di sorta »; «la piccola colonia è censita e controllata » (rapporto del 20 dicembre 2006). «La decisione del giudice civile - sottolinea l'Aidaa, associazione italiana difesa animali e ambiente in un post su Facebook - richiama per la prima volta le normative della Legge 281, riconoscendo che i gatti sono animali sociali che si muovono liberamente e che quindi "i gatti che stazionano e vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo"».

PERICOLO IN ESTATE - La sentenza è importante anche perché, a differenza di quanto accade a Roma, a Milano le colonie feline sono quasi tutte condominiali. L'unica all'aperto in centro era quella del Castello, «sfrattata» dopo i lavori di ristrutturazione. «Si tratta di una sentenza che rende giustizia a tanti amanti degli amici felini - dice Leila Nur, vicepresidente di Aidaa -. Abbiamo deciso di diffonderla perché poco nota e perché proprio in questo periodo estivo nelle grandi città le colonie feline sono facile bersaglio di condomini che in agosto, approfittando dell'assenza di chi si prende cura di loro durante l'anno, cercano di allontanarli, a volte addirittura catturandoli. Speriamo che questa sentenza serva finalmente da deterrente».

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SENTENZA 2

Cane randagio morde un passante: condannato il Comune

Un cittadino viene morso da un cane randagio e finisce in ospedale per ricevere medicazioni. Un mese più tardi anche la moglie, una disabile in stato di gravidanza, subisce un'aggressione da parte dello stesso animale, ma riesce a salvarsi trovando riparo nella sua automobile. Il cane era già stato avvistato, libero di circolare e senza guinzaglio, nel luogo in cui sono avvenuti i fatti.

Il Giudice di Pace di Catania ha condannato il Comune al risarcimento dei danni per non aver provveduto alla cattura dei cani vaganti. Secondo la Confconsumatori, che ha assistito l'uomo nel procedimento, si tratta di una pronuncia importante, perché contribuisce a stabilire un ruolo di responsabilità degli Enti Locali con riferimento a una situazione problematica per la sicurezza dei cittadini, dato il gran numero di animali randagi presenti nelle strade, spesso in branco.

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Commento:

cani in branco, affamati ed ammalati diventano un pericolo per le persone ed é solo in questo caso che il Comune deve necessariamente farsene carico. Diversamente é ridicolo che la legge li definisca "proprietà del Comune". Ogni animale da compagnia in buona salute non é un problema per la collettività ed ha diritto a circolare libero nel posto in cui vive.

Dove abito ce n'é qualcuno (sia cani che colonie feline) e vengono rifocillati da molte persone, dai bar, dalle attività commerciali, io stessa do loro da mangiare quando capita. Se hanno bisogno di cure, all'interno della collettività si trova sempre qualcuno che si é affezionato e si occupa di portarlo dal veterinario, e di solito va a finire che lo adotta. 

Non dimentichiamoci che un randagio é un animale abbandonato dal suo padrone o che si é perso. Di solito é giù di morale, se é  spaventato non solo non aggredisce ma scappa da te, altrimenti é di norma molto socievole, si siede li vicino a riposare e sembra chiederti una ciotola d'acqua e se vuoi, una carezza.