Il miglior latte? Quello della propria madre

Martedì 31 Marzo 2015 00:00
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Ieri sera mi imbatto in un articolo sul latte materno e voi sapete bene quanto io tenga a questo argomento. Non vi anticipo nulla, leggetelo anche voi e sotto troverete le mie considerazioni come sempre. Buona giornata.


Latte materno venduto on-line? Gli esperti: "Gravi rischi per la salute"

di Maria Gabriella Lanza

Si chiama milk sharing e l’obiettivo è semplice: donare o vendere latte materno alle mamme che non possono allattare i loro piccoli. E’ una pratica che si è diffusa su internet soprattutto negli Usa e in Gran Bretagna ma ora gli esperti lanciano l’allarme: senza effettuare alcun controllo sulle donatrici, ci potrebbero essere seri rischi per la salute dei neonati. Non sono poche, infatti, le donne che attraverso i social network e i forum mettono in vendita il proprio latte: un litro può arrivare a costare fino a 100 euro. Nel nostro Paese è stata vietata la commercializzazione e la raccolta avviene solo attraverso le banche del latte riconosciute dal ministero della Salute.

Come donare il latte. In Italia esistono 32 centri dove è possibile donarlo. Enrico Bertino, medico dell’Aiblud (associazione italiana banche del latte umano) e direttore della neonatologia dell’università di Torino spiega: “Le mamme devono effettuare un esame del sangue e un colloquio preliminare. Sono escluse le donne che bevono, si drogano, prendono farmaci per malattie immunitarie, per contrastare i tumori o hanno altre patologie come l’epatite e la tubercolosi. Una volta superata questa fase, viene fornito tutto l’occorrente per tirare il latte e in alcuni casi viene eseguito il ritiro a domicilio”.

La garanzia di qualità è data dalle procedure di trattamento del latte: “Viene pastorizzato a 65 gradi per mezz’ora. In questo modo si azzerano i rischi infettivi ma sono comunque conservate tutte le proprietà nutrizionali”. A questo punto il latte è pronto per essere donato ai reparti di terapia intensiva che ne fanno richiesta. Le banche, infatti, non lo possono distribuire al di fuori del sistema sanitario. “La priorità è data ai neonati prematuri ricoverati perché per loro è un alimento indispensabile. In Italia ogni anno nascono 5000 bambini di peso inferiore a un chilo e mezzo ma solo mille riescono ad essere nutriti con latte umano”. Secondo l’Aiblud le donatrici nel nostro Paese sono meno di mille. Anche se si raccolgono 10.000 litri di latte all’anno, la domanda supera l’offerta. “Si dovrebbe diffondere la cultura della donazione e distribuire meglio i centri di raccolta sul territorio nazionale: ci sono regioni come la Sardegna che non ne hanno neanche uno”, spiega Bertino.

I rischi per la salute. Secondo Renato Vitiello, direttore del reparto di pediatria e neonatologia all’ospedale S. Anna e SS. Madonna della Neve di Napoli e medico della Sip, società italiana di pediatria, “dare al proprio bambino il latte di una donna le cui condizioni di salute e le cui abitudini di vita sono ignote è come giocare d’azzardo. I rischi sono maggiori dei benefici. Il neonato potrebbe contrarre malattie di tipo infettivo come la tubercolosi o l’Aids, ma anche gastroenteriti e la sua flora batterica verrebbe alterata. E’ importante che il latte venga conservato in modo adeguato per evitare la formazione di batteri”.

La Società italiana di pediatria ha aperto un portale per spiegare i benefici che derivano dall’allattamento : “Oltre ai componenti nutrizionali, il latte umano è ricco di cellule importanti per il sistema immunitario, anticorpi che agiscono localmente nell’intestino. Inoltre, cambia a seconda della fase di crescita del bambino, facilitando il processo digestivo: il latte dei primi giorni di vita non è uguale a quello che il piccolo riceve a tre mesi”, afferma Vitiello. Proprio per questo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda ai pediatri e alle mamme di praticare l’allattamento al seno nei primi sei mesi di vita. Come spiega Bertino, “è un alimento nutrizionalmente perfetto e per alcuni i bambini è un vero e proprio farmaco salvavita. Evita l’insorgere di intolleranze e di reazioni allergiche. Riduce il rischio di sviluppare l’enterocolite necrotizzante che è una gravissima malattia, spesso mortale per chi nasce prematuro”. Allattare al seno resta però una scelta personale e il latte artificiale permette ugualmente al piccolo di crescere in modo sano.

Il business del latte. Sulle pagine della rivista scientifica Bmj i medici della Queen Mary University di Londra hanno lanciato l’allarme sui rischi della vendita online del latte materno. Un fenomeno che riguarda in primis Gran Bretagna e Usa ma che potrebbe attecchire anche in Italia. Forum come onlythebreast.com e eatsonfeets.org mettono in contatto le donatrici con le mamme che non possono attaccare al seno i loro piccoli perché stanno assumendo particolari farmaci o che non riescono a garantire delle poppate regolari. Ci sono anche donne che hanno adottato un bambino e vogliono nutrirlo con latte materno, adulti con il cancro, sportivi e persino feticisti.

D’altronde vendere ‘l’oro bianco’ conviene: negli Stati Uniti si può guadagnare fino a un massimo di 20.000 dollari l’anno. Per trenta 30 ml si spendono in media 2 dollari. In Europa il costo si aggira attorno ai 100 euro al litro. Questi siti però non garantiscono alcuna sicurezza: non viene effettuato lo screening per malattie come l’epatite B e C, l’Hiv o la sifilide né è possibile sapere come viene conservato e distribuito il latte. Lo studio effettuato in Gran Bretagna ha dimostrato che solo 9 campioni su 101 non avevano sviluppato una crescita batterica. Il 25% sono stati consegnati con imballaggio inadeguato, non erano più congelati e presentavano contaminazione con vari tipi di sostanze. “Se non si può allattare, l’unica soluzione è il latte artificiale che rappresenta una valida alternativa. Solo per i bambini che nascono prematuri è indispensabile nutrirsi con quello umano. Per questo esistono le banche ufficiali che garantiscono sicurezza e qualità”, afferma Vitiello.


(30 Marzo 2015)  Fonte

Commento:

secondo me questo é un brutto articolo ma, al di là di questo, non desidero trattare la mole di argomenti che potrebbero nascere a partire dalle dichiarazioni in esso contenute, mi interessa piuttosto approfondire uno specifico aspetto. Difatti l'unica domanda che mi verrebbe subito da chiedere é:

per quale ragione i figli prematuri dovrebbero ricorrere, in ospedale, a latte di madri diverse dalla loro?

Di chi é la frase: "Allattare al seno resta però una scelta personale e il latte artificiale permette ugualmente al piccolo di crescere in modo sano"? E' forse della giornalista? Perché vedete, non é più virgolettata come nella parte sopra, dove il medico evidenzia motivi e caratteristiche che rendono il latte di mamma assolutamente preferibile al latte artificiale. Allattare non é "una scelta", é il perfetto meccanismo predisposto dal mondo, nella notte dei tempi, per dare ad ogni figlio il migliore alimento possibile, quello che lo nutrirà, l'aiuterà nella crescita e lo manterrà in salute.

Ma torniamo al punto: perché questi bambini ospedalizzati non riescono avere il latte delle loro madri?

Cosa impedisce alle madri con bambini prematuri di allattarli loro stesse?

Non vogliamo pensare che tutte le madri con figli sottopeso o prematuri non hanno latte, sarebbe statisticamente impossibile; ci dev'essere un qualche altro tipo di impedimento all'allattamento naturale materno in ospedale, in presenza di neonati che necessitano di cure medicali. Facciamo delle ipotesi.

Potrebbe ad esempio trattarsi della permanenza in incubatrice? O dell'ambiente sterile dove il bimbo viene tenuto, un luogo dove la madre ha poco accesso? Possono essere gli orari di visita imposti dall'ospedale?

La lontananza non incoraggia né il rapporto madre-figlio - i due non hanno modo di imparare insieme la nuova pratica di nutrimento - né la produzione del latte, che come sappiamo é di tipo meccanico e cioé più il bambino succhia e più si produce. La produzione si realizza e si calibra esclusivamente sulla necessità del neonato, non in altri modi, e cosa succede se il neonato non si attacca? Succede che il latte non si produce.

Aggiungiamo poi che in molti reparti maternità la pratica dell'allattamento non é ancora abbastanza conosciuta dal personale preposto, e questo l'abbiamo vissuto in prima persona, molte di noi, avendo partorito in differenti strutture ospedaliere. Nei reparti si sente dire "é meglio che impari ad allattare" ma il personale non é in grado di darti i giusti consigli, di supportarti nella difficoltà e "l'aggiunta" é sempre li pronta a calmare te (che non ci stai riuscendo) e il personale sanitario (che finalmente vede il bambino mangiare  tutto il biberon).  Senonché anche questo modo "misto" di fare é di impedimento all'allattamento al seno materno giacché la posizione della mascella per succhiare dal biberon é diversa rispetto alla posizione dell'allattato al seno, e il bambino si confonde, si stressa, non capisce più come fare e piange tanto quanto la madre.

Prima di incoraggiare la pratica della donazione del latte sarebbe indispensabile incoraggiare le madri ad allattare (e non dicendo che "é una scelta") spiegando invece  come si deve fare, aiutando quando non riescono; le prime volte può sembrare difficile ma in realtà non lo é, bisogna solo imparare, come in tutte le cose.

Infine diamo un'occhiata ai prezzi di questo "Oro bianco" venduto così caro dalle altre madri in rete: la Sig.ra Lanza scrive 30 ml per 2 dollari. Il dollaro al cambio odierno é 1,07 euro. Con una semplice ricerca in rete troverete anche voi che il formulato Mellin 0 Latte in Polvere, specifico per neonati di basso peso e piccoli per età gestazionale, costa Euro 45,19 ogni 800 gr. vale a dire Euro 5,65 ogni 100 gr, e cioé all'incirca euro 1,71 ogni 30 gr. Non é molta la differenza di prezzo tra il latte formulato venduto dalla nota multinazionale (Danone) calcolando che dobbiamo ancora aggiungere acqua alla preparazione, e deve trattarsi di una buona acqua (Acqua Lauretana, 6 bottiglie 1,5 lt, euro 6,00 circa).

Ci vorrebbe una buona informazione. Le madri hanno bisogno di sapere molte cose su questo argomento, ricapitoliamone alcune:

1. Il latte formulato interferisce con la produzione del latte di mamma.

2. Il latte formulato non é l'alimento migliore per il bambino: l'alimento migliore é il latte di mamma.

3. Allattare é possibile, non é difficile, tutte le madri hanno latte quando un bambino nasce, e solo in pochissimi casi non é possibile allattare.

4. Esistono autorevoli associazioni in grado di dare supporto e consigli sull'allattamento, come ad esempio La Leche League.

Non abbiate paura e non scoraggiatevi perché vostro figlio potrà avere il latte migliore del mondo: IL VOSTRO.

v.b.

Un vecchio articolo anche QUI