Jadav Molai: l'uomo che da solo piantò una foresta intera

Mercoledì 21 Ottobre 2015 00:00
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Trent’anni fa un episodio segnò la sua vita. Da allora ha dedicato tutta la sua energia a piantare alberi su un banco di sabbia dimenticato dall’uomo e abbandoanta dagli animali. Il risultato è un vero è proprio miracolo: è riuscito a creare un vero e proprio ecosistema, una foresta tropicale di più di 1200 ettari ricca di piante e animali in via di estinzione. Un uomo, con le sue mani, partendo dai semi è riusciuto con le sue sole forze ha creare una meraviglia per questo pianeta.

Il suo nome è Jadav “Molai” Payeng, 47enne originario di Assam, regione dell’India settentrionale. Qui, nell’arco di tre decadi, è riuscito a rimboschire una superficie di 550 ettari e oggi la sua foresta, conosciuta in tutto il mondo come “Mulai Kathoni”, ospita centinaia di cervidi, conigli, scimmie e tantissime varietà di uccelli. Addirittura si è formata una piccola comunità di tigri reali del Bengala, che ha visto da poco aumentare il suo numero grazie alla nascita di due cuccioli.

E così – lasciata la sua casa – il giovane indiano si è trasferito sul posto, per vivere in una piccola abitazione nel verde ed essere così più vicino alla sua impresa quotidiana, che oggi – con un totale di 550 ettari di rigogliosa foresta – è finalmente compiuta.

Nei giorni scorsi, il quotidiano “Times of India” ha raggiunto Payeng nella sua casa tra gli alberi per capire cosa lo avesse spinto ad intraprendere un lavoro tanto impegnativo quanto originale.

Tutto ebbe inizio nel 1979, quando alcune violente inondazioni portarono nella zona morte e distruzione: migliaia di piante furono devastate e gli animali uccisi.

“I serpenti sono morti per il caldo, perché non avevano nessun albero sotto cui ripararsi. Mi sedetti e piansi sopra le loro carcasse senza vita. E’ stata una carneficina, così ho allertato il dipartimento forestale e ho chiesto loro se in quel punto potevano crescere alberi. Non mi hanno saputo dire nulla, ma intanto mi hanno suggerito di fare un primo tentativo con i bambù e così ho fatto. Non c’era nessuno ad aiutarmi – ha continuato Payeng che ora ha 47 anni - nessuno era interessato“.

Grazie alla nascita della foresta, la fauna selvatica è tornata a popolare la zona e oggi può vivere in tranquillità in un nuovo equilibrio ecologico, dove Payeng ha riportato anche le formiche: la foresta chiamata Molai, ora è un porto sicuro per numerosi uccelli, cervi, rinoceronti, tigri, elefanti. Specie che rischiano ogni giorno di più di perdere il loro habitat naturale.

Molai non si considera né un eroe né un uomo straordinario, semplicemente in questa guerra contro il deserto e le inondazioni è convinto di una cosa fondamentale per tutti: «La Natura siamo noi».

Fonte

I funzionari forestali, che nel 2008 hanno scoperto la sua magnifica impresa: “Siamo stupiti Payeng – ha detto il direttore del dipartimento di protezione delle foreste Gunin Saikia. – Se fosse stato in qualsiasi altro paese, sarebbe diventato un eroe“.

Secondo il Dipartimento indiano, questa sarebbe attualmente la più grande foresta del mondo nel letto di un fiume.