The making of ... ultimo giorno di corso

Martedì 11 Dicembre 2018 00:00
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Ieri sera é stata l'ultima lezione del corso. Non so gli altri ma in questo ultimo appuntamento mi aspettavo di passare solo un po' di tempo insieme, magari facendo un resoconto, ricollegando gli avvenimenti, riannodando i fili come per il finale di una serie tv. E invece Salvatore ci ha fatto lavorare! Anche ieri ...

Ci ha proposto qualcosa di difficile definendolo un Master: in effetti per alcuni é stata una prova.

Presi tre noti film classici - chiunque li ha visti - e cioé Pretty Woman, Ghost, Harry ti presento Sally, dovevamo mantenere la caratterizzazione dei personaggi sviluppando una trama nuova, che a dirsi adesso sembra facile ma non lo é.


Nel nostro gruppo é apparso subito chiaro che non avevamo capito il da farsi. Abbiamo chiesto spiegazioni ulteriori. Sembrava più chiaro, boh, forse. Aisha, Enzo, Anna, Chiara ed io cominciamo a dire le nostre versioni del nuovo Ghost ma la storia nasce tiepida, fatica a prendere una direzione, non s'incanala da nessuna parte e qualcuno comincia a distrarsi. Parliamo dei ristoranti per la cena di fine corso, dei nostri programmi futuri, dello zenzero candito a cubetti che stiamo divorando - brava Aisha a farlo e portarlo! - e dulcis in fundo Salvatore arriva con un sacchetto pieno di profumatissimi mandarini. I mandarini finiscono. La storia si arena.

La riacchiappiamo come per un salvataggio, ma a fatica. Troviamo un nuovo personaggio che ai fini della storia non servirà e saremo costretti a lasciarlo in sospeso, nel nulla, come per un sequel. Intanto il tempo passa, ci perdiamo in risate, ipotesi, chiacchiere infruttuose, e sebbene ci sforziamo di mantenere un minimo di concentrazione nun je la fàmo. Arriviamo al termine in qualche modo, la trama non ci soddisfa ma il peggio é quella sensazione che qualcosa non vada: ma non sappiamo cosa!

Viene il momento di leggere. Salvatore trova al volo il personaggio inutile della storia. Ascolta però sino alla fine e noi scopriamo di aver reallizzato qualcosa che non c'entra nulla con il compito assegnato: mancato completamente l'obiettivo. Quanto richiesto era ricreare una trama mantenendo la caratterizzazione dei singoli personaggi. Cosa che non abbiamo fatto. Avevamo una storia nuova con nuovi personaggi. Solo i nomi erano gli stessi.

Da questo compito mi sembra di aver capito tre cose importanti:

1. Capire bene cosa viene richiesto é indispensabile, e quando non ti piace preparati a un duro lavoro;

2. Se il gruppo non é affiatato, cioè non punta allo stesso obiettivo, nascerà un racconto strano;

3. Se anche uno solo dei colleghi non lavora si fa tanta fatica in più.

Diverse le sorti dell'altro gruppo: la loro lettura a memoria era molto bella, sono stati bravi. Hanno realizzato una meravigliosa nuova storia scegliendo Harry ti presento Sally, e facendolo diventare Sally ti presento Harry, al contrario. La fantastica idea di base era una festa di divorzio. La trama era ben strutturata, i particolari delle coppie azzeccatissime, il gancio e i flashback posizionati ad hoc e, insomma, era un lavoro fatto davvero a mestiere. Ma la cosa migliore, il valore aggiunto, era che si sono divertiti ! Salvatore ha fatto loro i complimenti e non ha aggiunto correzioni.

Sino a ieri mi era sembrato abbastanza facile lavorare in gruppo. Ieri sera ho sperimentato un fallimento su tutta la linea. Ok, serviva anche questo.

In passato un fallimento totale mi avrebbe spaventata. Mi avrebbe spaventata perché lavorando duro il fallimento non é mai previsto e conseguire un obiettivo anche solo parzialmente in presenza ostacoli, é la normale conclusione quando ci hai messo comunque impegno e capacità. In nessun caso sarebbe un fallimento, non hai nulla da recriminare proprio perché hai speso ogni energia per conseguirlo.* Oggi invece mi sento più serena rispetto al non riuscire a portare a termine un compito, al non essere perfettamente efficiente o affidabile come un tempo. Posso accettarlo e lasciarlo andare.

Devo questa nuova attitudine alla malattia, grazie alla quale ho imparato ad accettare la "non-perfezione". La nuova Condizione Dory (come la chiamo io) il pesciolino smemorato di Alla ricerca di Nemo, mi ha messo di fronte a questa nuova me che si dimentica le cose, non trova più i termini, usa parole inadatte e scrive refusi mai visti prima d'ora ... va bene anche così. Non é un dramma, mi sono adattata. Posso prenderla in maniera rilassata. Di solito rido.

Dal corso invece ho ricavato una grande fiducia. Se c'é qualcosa che Salvatore Basile mi ha dato attraverso il suo corso é l'avere più fiducia nelle mie capacità di scrittura, e questo dev'essere una specie di trampolino di lancio: ovunque porti mi sembra già un traguardo. E' un Gran premio della Montagna, la maglia azzurra come minimo. Anche le parole, gli sguardi, i silenzi dei colleghi al corso sono stati altrettanto utili. Certo, senza Fiori di Bach né il film né il Romanzo sarebbero mai stati scritti. Guarda quanti motivi ho per essere grata, nonostante la fine del corso!

Tutte le cose finiscono prima o poi. Ne cominceranno altre.

Intanto devo terminare il romanzo e ve lo dico: Dory ce la farà.

"The making of ..." resta un appuntamento con le molteplici emozioni della scrittura, almeno sino a quando non avrò terminato di scrivere.

A presto,

V.

"Se credete che un lieto fine, una conclusione ottimistica siano comunque semplicistiche o banali, pensate alle favole, ai miti, all'epos e alle avventure che hanno costituito la base della letteratura fin da quando si é "inventata" la parola scritta. Le tragedie greche 'nobilitano' il carattere e l'umanità. Le tragedie classiche 'arricchiscono' la condizione umana, é importante non dimenticarlo. Nell'eterno conflitto tra il bene e il male, vince mai il male? Mai. Così vanno le cose. Alla lunga, il bene trionfa sempre. Non dimentichiamolo."  Syd Field - La Sceneggiatura

*insegnamento familiare