The making of ... la mia realtà oggi.

Martedì 15 Gennaio 2019 00:00
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Stasera sono stanca. Stanca ma contenta. Avevo anche la necessità di dirvi due parole su come prosegue la scrittura, prima di andare a dormire.

Ho terminato altri due capitoli: mi sono tanto divertita a parlare di rose e tango argentino, da un po’ non ero così appagata. Quanti capitoli mancano indicativamente alla fine? Non lo so ma controllo subito … Ne mancano otto. Potrebbero diventare anche uno o due in più, vediamo.


Mi si incrociano gli occhi ad andare su e giù per il testo intero verificando ora l’una ora l’altra informazione. Benedetto l’indice! Meno male che l’avevo fatto: oggi non saprei fare senza. Ho aggiunto i numeri delle pagine (da-a) dove il capitolo inizia, così è ancora più comodo.

Siamo al cesello, all’aggiustamento dei particolari singoli e alla verifica delle informazioni contenute ogni qual volta un dubbio di date, nomi o termini m'assale. Ma la scrittura non è finita, ho da lavorare ancora ed è un bene, perché comincio a sentire anche nostalgia.

Ci sono giorni in cui lavoro con un dolore cervicale sul lato sinistro o destro del capo (dovuto al freddo e alla fibromialgia) che tento di ignorare con un paio di tazzine di caffè: il dolore passa ma mi sento come leggermente sbronza, la testa leggera e l'equilibrio instabile. Non importa. Tanto sto seduta. Più importante dei malanni é finire il romanzo e portare quotidianamente a compimento gli affari legati alla stesura degli ultimi otto capitoli, già inseriti ma da revisionare in toto.

Nel parlare di rose ieri mi sono ricordata perché era stato così importante visitare il roseto di Regent’s Park, a Londra. Ci ero stata coi miei a settembre 2016, dopo la visita agli Harry Potter Studios, e in seguito sono ritornata con le Colleghe Bfrp, a maggio dell’anno scorso, in occasione di un viaggio insieme nei luoghi del Dr Bach. Senza quell’esperienza non credo che il racconto sarebbe venuto altrettanto bene: grazie alle foto scattate ho ricordato alcune caratteristiche delle rose e del roseto.

Quando portammo nostra figlia sul Set di Harry Potter mi resi conto di come si erano evoluti i Fantasy di Joanne Rowling sino alla produzione dei famosi film. In effetti il titolo di questo Diario di scrittura – The making of ... - nasce proprio da li. "From Pen to Production" (dalla Penna al Film) su tre grandi pannelli nella sala all'ingresso degli Studios - li vedete nella foto - una didascalia raccontava com’era andata e, lo so che sembra assurdo, ma nelle parole del primo c’era il significato di quanto sento anch’io per il mio testo. Che sorpresa ...

“I’d never had an Idea that gave me such a physical response … it was that incredibly elated feeling  you get when you’ve just  met someone with whom you might eventually fall in love …”

“Non avevo mai avuto un'idea che mi avesse dato una risposta così fisica ... era quella sensazione incredibilmente euforica che hai quando hai appena incontrato qualcuno di cui potresti finalmente innamorarti.”

Ecco, questo è il senso. Fare qualcosa da innamorati. Da folli. Da sognatori. Da un sogno nasce un’idea e in seguito la trasformi in realtà. Ecco, questa è la mia realtà oggi e domani continuerò a costruirla.

Ciao,

V.

"La scrittura non ha a che fare con il talento. La scrittura non é un dono che viene dal cielo. Non ci sono bambini che a sei anni scrivono terzine in endecasillabi. E non avviene neppure con gli adulti. Il talento della scrittura é la scrittura del talento. Non é un gioco di parole. Se c'é un talento non é nella scrittura, é in altro. E la scrittura lo porta sulla pagina. Il talento di guardare, quello di immaginare, quello di sapersi, soprattutto. Solo chi sa, chi conosce la propria voce può pensare di scrivere." 

Il sogno di scrivere, Roberto Cotroneo.