Il pinguino che ha scelto la libertà

Sabato 10 Marzo 2012 00:00
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Il sogno di Skipper, Kowalski, Rico, Soldato, Zio Nigel, Buck Rodgart si è avverato. Loro sono i protagonisti della fortunata serie animata "I pinguini di Madagascar" (quelli del "carini e coccolosi", per capirci) sempre pronti a fare gli agenti segreti dello zoo di New York, ma sempre rimasti lì.

Da Tokyo invece arriva la vera storia della fuga di un vero pinguino. Il cucciolo di pennuto, un anno di età, è riuscito a scavalcare le mura di recinzione dello zoo-acquario di Tokyo per tuffarsi nelle acque del fiume che attraversa la capitale giapponese. I responsabili della stessa struttura hanno diffuso anche un'immagine che ritrae la testa del pinguino che nuota verso la libertà, nelle acque dell'estuario del Kyu-Edo, nella Baia di Tokyo.

Il pinguino di Humboldt, alto una sessantina di centimetri, è nato a gennaio scorso nello zoo di Tokyo dove risiedeva con altri 134 pinguini. «Ci siamo accorti che mancava un esemplare solo quando il direttore di uno zoo vicino ci ha inviato una e-mail con una foto scattata domenica», ha spiegato Takashi Sugino alla France Presse. «L'acquario è circondato da una rete alta due metri ed è difficile che il pinguino sia riuscito a scavalcarla, probabilmente - ha aggiunto Sugino - deve essersi infilato in uno dei buchi realizzati da gatti e altri animali nel corso del tempo»

I pinguini di Humboldt sono una specie in via di estinzione che popola le coste pacifiche dell'America latina e delle isole al largo di Cile e Peru. Anche per questo i responsabili della struttura si appellano anche ai residenti locali per essere aiutati nelle ricerche: «Se qualcuno lo dovesse individuare, avvisateci subito, non tentate di catturarlo o cacciarlo». Questi uccelli, sebbene incapaci di volare, possono nuotare a grandi velocità quando sono spaventati: «E' una dura lotta riuscire a catturarlo, perché nuota a una velocità spaventosa. Speriamo di riuscire ad acciuffarlo quando si arrampicherà a terra per dormire». Fonte

Commento:  "E speriamo di no, invece".