La luce nell'uomo, il buio nel computer

Venerdì 15 Gennaio 2021 00:00
Stampa

Un riflessione attuale tratta dal libro di Enrica Bortolazzi "Nel silenzio dell'eremo".

«La tecnologia riempie tutti gli interstizi, fin dalla più tenera età l’essere umano viene travolto da strumenti precisi e affidabili. La cultura passa attraverso l’acquisizione di conoscenze sempre più mirate. Non dobbiamo dimenticare, però, che il sapere serve solo se c’è qualcuno che apprende; finito l’uomo, finirà anche l’intelligenza artificiale.»  «Abbiamo costruito un mondo zeppo di tecnologia, non ci curiamo del suo smaltimento, un’orda di obsolescenze programmate sta investendo la nostra civiltà, riempiendo i nostri oceani, soffocando le nostre foreste.»

Mi arrivano alla mente le frasi di un amico, il fisico Federico Faggin, inventore del microprocessore e del sistema Touch, che aveva risposto al mio dubbio sul nostro futuro informatico dicendomi: «Ricordati sempre che dentro a un computer c’è solo il buio, dentro l’uomo c’è la luce». Federico, dal mondo tecnologico ha virato allo studio scientifico della coscienza, e le sue sono parole di speranza verso un’umanità che dovrà recuperare il senso dell’essere uomo.


Il monaco accarezza le pagine di un vecchio libro con rispetto reverenziale, il sapere tramandato e trascritto nei secoli sembra trasudare dalle pagine consunte. «E allora» chiedo con voce esitante, «davanti a questo scenario, che cosa ci può raccontare un luogo inerpicato su una montagna da mille anni, quali mondi possiamo scoprire immersi in questo silenzio?»

(Nel silenzio dell'eremo, Enrica Bortolazzi - Mondadori, 2019)


Inerpicato sulle montagne, nel cuore delle foreste del casentino svetta l'Eremo di Camaldoli, e poco distante sorge La Mausolea sede dell'associazione La Grande ViaEnrica Bortolazzi ne é cofondatrice insieme al Dr. Berrino. Nel nuovo anno bisogna ripartire da questi luoghi pieni di energia, di vita e di scoperte, per assaporare appieno la nostra umanità. Dalla newsletter