La rivoluzione possibile

Mercoledì 26 Gennaio 2011 00:00
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Brano tratto da “Le parole di un uomo”
Intervista radiofonica a Tiziano Terzani di Raffaele Palumbo, direttore di Controradio.
Studi di Controradio, 19 Aprile 2004 - Intervista apparsa su Rossofiorentino del 3 settembre 2004.

Era da qualche giorno arrivata in radio la copia di Un altro giro di giostra con una bellissima dedica. Contattiamo Terzani e proponiamo a Radio Popolare di mandare in network un microfono aperto. tema: il libro, certo, ma soprattutto la vita, la morte, la malattia, la guerra. Era lunedì 19 aprile. Tiziano arrivò in radio con il figlio Folco, munito di telecamera per realizzare le riprese. Mi sembrò in buona salute. Sopratutto quando poi iniziò la trasmissione ...

E invece le parole che pronunciò con forza, passione, simpatia erano le parole di un uomo che stava per andarsene e che ne aveva piena consapevolezza. Ecco come muore un uomo (é venuto da pensare dopo, anche ripensando alle strumentalizzazioni che sono state fatte di altri dolori chiamati eroi). Dando speranza, amore, strumenti per capire e per provare a restare civili. Di seguito quanto Tiziano raccontò quella mattina.

La rivoluzione possibile

“Io ho cominciato da bravo occidentale, a quel tempo anche di sinistra; sono andato in Vietnam e il mio cuore batteva per i vietcong perché anch’io credevo nella politica, credevo nella possibilità di cambiare il mondo fuori da me. Crescendo, ho visto che tutte queste rivoluzioni esterne non concludevano niente, portavano più morte, più miseria, più disastri. Penso al Vietnam, alla Cambogia, alla Cina di Mao, rivoluzioni che distruggevano l’uomo. Da vecchio e grazie a questo bel cancro che per molti versi è stata la mia benedizione sono arrivato a concludere che l’unica rivoluzione possibile è quella interiore. Ognuno cambia se stesso, cresce di coscienza e se tutti lo facciamo cambiano molte cose. Il cuore ce lo abbiamo tutti allo stesso posto. Tutti amano i bambini, nessuno vuole che altri facciano loro del male, nessuno vuole essere picchiato.
Alla fine dei conti un’etica, anche se molto banale, la possiamo condividere.
L’ultima possibile vera rivoluzione è quella di cambiare il mondo dentro di noi, non il mondo fuori; poi per riflesso cambia anche il mondo fuori. Dobbiamo procedere a piccoli passi, non possiamo aspettarci una rivoluzione immediata. Le grandi rivoluzioni non hanno risolto granché, allora aspettiamoci una rivoluzione silenziosa a lungo termine. L’umanità ha una grande storia, ha un grandissimo passato e forse un lungo futuro in cui lavorare.”