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di Valeria Ballarati

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Cultura

Oggi é primavera!

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Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Esile visitatrice, tu giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.

Non somigli più a nessuna da che ti amo.
Lasciati distendere tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome con lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lasciati ricordare com’eri allora, quando ancora non esistevi.

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Nole e Bubu

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Djokovic vince gli Australian Open, bufera social su Burioni: "L'ha ...


Esistono 3 categorie di cervelli: 

quelli che capiscono da soli, quelli che per capire hanno bisogno degli altri, e quelli che non capiscono né da soli né grazie ad altri. I primi sono eccellentissimi, i secondi eccellenti, i terzi inutili.

Nicolò Machiavelli, Il principe, cap. 22.2 


 

Campagna elettorale

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(...) E non arrabbiatevi con me se dico il vero. Non c'é nessuno che possa salvarsi se realmente si oppone a voi o a qualsiasi altra moltitudine  e impedisce che nella città si verifichino molte ingiustizie e violazioni della legge, ma é necessario che colui che veramente si batte per la giustizia, se vuole salvarsi anche solo per poco, viva da privato e non prenda parte alla vita politica.

Apologia di Socrate, 31-e 32-a

Platone

 

L'eredità di Nilde Iotti

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Nilde Iotti, donna della Resistenza, deputata comunista per tredici ...L'atrio dell'Aula magna del

Rettorato Università La Sapienza

ospita fino al 15 luglio 2022 

la mostra multimediale 

L'eredità di Nilde Iotti,

dedicata alla prima Presidente della Camera. 


L'esposizione, ideata e realizzata dalla Fondazione Gramsci e dalla Fondazione Nilde Iotti, in collaborazione con l’associazione Enrico Berlinguer, intende far conoscere alle giovani generazioni la biografia e l’attività di una protagonista della storia italiana del Novecento.


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Elea Velia e Giovanni

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Caro Giovanni,

siamo tornati ieri sera dai bellissimi 2 giorni di vacanza nel Cilento, la tua terra, portando con noi ricordi che resteranno per sempre. Il Cilento é davvero una terra meravigliosa: bellezze naturali e archeologiche, mare cristallino, dell'ottimo cibo, tanta cultura e persone gentili.

Per questo ti scrivo: per ringraziare.

La tua compagnia e le tue spiegazioni nella visita al sito archeologico sono quei ricordi che si fissano nella memoria e ogni tanto poi ci rivai perché fonte di felicità ricordarli. Sono le cose normali - come una semplice visita a un sito archeologico - che a volte racchiudono lo 'speciale' e questa volta lo dobbiamo a te.

Sono stati i tuoi modi e la passione che metti nel lavoro - senza dimenticare la fortunata coincidenza del cantiere, sul percorso alla Porta Rosa, 'grazie al quale io esisto' ** - a permetterci l'ingresso nel mondo della colonizzazione della città da parte dei Focei dell'Asia minore, popolo di grandi navigatori, fuggiti a causa delle mire espansionistiche dei persiani. Ci hai raccontato delle loro grandi e veloci navi a 50 remi, le pentekonteri, con le quali avevano prima raggiunto la Corsica e in seguito la costa del Cilento per fondare la loro nuova città Elea nel 540 a.C., a seguito di aspri conflitti in mare e disavventure commerciali con i cartaginesi e gli etruschi.

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Il triangolo drammatico

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“Tutto l mondo è un palcoscenico  e tutti, uomini e donne nono son che attori. Hanno le loro entrate ed uscite; ciascuno nella sua vita recita diverse parti.” Shakespeare


Stephen Karpman ha elaborato questo strumento, il triangolo drammatico, per analizzare i giochi psicologici cioé una serie di transazioni effettuate da due persone in modo inconsapevole che conducono le stesse, in modo ripetitivo e reciproco, a vivere emozioni spiacevoli.

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Piero Martinetti

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13 dicembre 1931

Eccellenza!

Ieri sono stato chiamato dal Rettore di questa Università che mi ha comunicato le Sue cortesi parole, e vi ha aggiunto, con squisita gentilezza, le considerazioni più persuasive. Sono addolorato di non poter rispondere con un atto di obbedienza. Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto quattro anni or sono, perché esso vincolava solo la mia condotta di funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza.

Ho sempre diretta la mia attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza, e non ho mai preso in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste esigenze a direttive di qualsivoglia altro genere. Così ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere nella vita è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora col giuramento che mi è richiesto io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a smentire con esse tutta la mia vita; l'E.V. riconoscerà che questo non è possibile.

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Wittgenstein e l’arte di essere felici

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What was Ludwig Wittgenstein's philosophy? - QuoraTra le molte idee del logico e filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein troviamo la convinzione che le arti abbiano qualcosa da insegnare agli uomini. Nella sua riflessione, almeno sino agli anni ’30, esisteva un collegamento tra etica (ciò che è bene) e il significato della vita (il modo giusto di vivere).

Riteneva necessario un certo modo di guardare il mondo. Bisognava osservarlo sub specie aeternitatis, cioè dal punto di vista dell’eternità, ma cosa voleva dire?

Gli uomini e le donne moderne passano le loro giornate guardando al mondo con una certa passività, affaccendati in molte cose pratiche, immersi nello scorrere della vita. Un po’ come alle gite al museo da bambini: all’interno opere e capolavori esposti si mostravano, e ci parlavano, ma noi eravamo troppo presi dai giochi per riuscire ad accorgerci. 

Il mondo in cui viviamo è in effetti questa grande installazione permanente dove l’uomo è indissolubilmente coinvolto, ma che quotidianamente viene ignorata. 

L’arte può rendere il collegamento percepibile.

Grazie infatti al modo in cui mostra i fatti - per mezzo di un quadro, una scultura, una fotografia, un’opera teatrale, un film, un romanzo, o una poesia, e ogni altro tipo d’opera che possa definirsi arte – essi possono apparire allo sguardo carichi di un nuovo significato.


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Il giusto peso alle cose

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Sono rimasta colpita da questa immagine.

Ho riconosciuto subito tutti i brand e ho faticato a riconoscere le foglie: son dovuta andare a rivederle. Da li l'idea di riproporvelo.

Prima di vedere le mie risposte nei commenti, provate a vedere quante foglie sapete riconoscere: é ora di dare il giusto peso alle cose.

V.

 

L'arte è merce

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Jeff Koons e Cattelan resteranno come Michelangelo e Caravaggio? Se lo domanda Roberto Gramiccia, cercando di capire quando l'arte, mercificata, ha smesso di rappresentare il mondo e l'uomo.

La bellezza può salvare il mondo. Così un secolo e mezzo fa Dostoevskij assegnava al linguaggio profetico dell’arte un traguardo sublime di liberazione e speranza. Centocinquantanni dopo, nel suo saggio Arte e Potere (Ediesse, 219 pagine,13 euro) Roberto Gramiccia, medico, collezionista, critico e scrittore ribalta questa prospettiva. La trasforma in una domanda provocatoria che battezza nel sottotitolo il suo libro: «Il mondo salverà la bellezza?». E capovolge completamente l’orizzonte. Trascina chi ne condivide l’urgenza dall’estetica alla politica. Perché è il mondo che va cambiato, sottratto alla voragine di senso in cui è sprofondato: il capitale che consegna l’esclusiva del comando alla finanza, alla mitologia del pensiero unico e del libero mercato, la diseguaglianza sociale che cresce a dismisura, l’uomo che perde il controllo del proprio destino. E l’arte che si accoda, si rassegna ad essere merce, una variabile del sistema che abdica alla profondità, alla storia, alla realtà. Rinuncia a farsene con l’immaginazione contrappunto e misura, continuando a cercare nella sfida alla morte la sua ragion d’essere.

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PI GRECO

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Storia di un professore di matematica che un giorno, per spiegare a una classe parecchio rumorosa e maldisposta il Pi greco, disse più o meno questo:


«Il Pi greco, come sapete, è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Se mettete in fila tre diametri, ottenete “quasi” la circonferenza, poiché ne manca un pezzettino. Piccolo, piccolissimo, ma manca.

Il Pi greco ci parla di noi, ci dice cosa siamo: esseri imperfetti, destinati per l’eternità a cercare qualcosa che ci manca. Per secoli si è cercato di determinare in modo finito quel decimale che manca, ma si è scoperto che quel numero è … infinito.

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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer



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Quando abbiamo difficoltà

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