Giovedì 03 Ottobre 2024 14:15
Alla luce dell'evidente straordinaria efficienza dell'intelligence israeliana, credo sia matura una considerazione su quanto è avvenuto il 7 ottobre 2023 e su ciò che ne è conseguito.
Le stranezze intorno all'iniziale successo di Hamas sono saltate agli occhi immediatamente: nessun sentore del possibile attacco (oggi sappiamo che c'erano stati avvisi e che sono stati trascurati), nessuna rilevazione iniziale dell'attacco stesso, ed un incredibile ritardo ad allerta avvenuta nell'intervento delle forze armate, che restano immobili per ore.
Per evitare semplificazioni "complottiste" era giusto sospendere il giudizio e cercar di capire meglio. Magari negli ultimi anni il mitico Mossad aveva subito un tracollo inaspettato e Hamas aveva approfittato di questo momento di debolezza.
Solo che questa interpretazione è del tutto incompatibile con un Mossad che pianifica meticolosamente un attacco a Hezbollah, intervenendo nella catena di distribuzione di cercapersone e walkie-talkie, e attende tre anni (l'esportazione in Libano inizia nel 2022) il momento giusto per sferrare l'attacco; e ciò è seguito immediatamente da bombardamenti in profondità con bombe antibunker, calibrate in modo da raggiungere esattamente le posizioni delle sedi di Hezbollah (Nasrallah è stato ucciso lanciando un attacco simultaneo con 80 bombe bunker-busting MK-84s da 2000 libbre (una tonnellata l'una).
Dunque, no, il Mossad non era affatto collassato nell'inettitudine e nella neghittosità.
L'interpretazione che rimane è, oramai, cogente quanto possono esserlo le interpretazioni della storia corrente: Israele (almeno una parte dello Stato Maggiore dell'esercito e del Mossad, certamente incluso il capo del governo) ha predisposto il terreno affinché un attacco di Hamas riuscisse a fare danni abbastanza gravi da produrre quella legittimazione morale di cui avevano bisogno per reagire in maniera terminale.
Leggi tutto...
Venerdì 27 Settembre 2024 13:28
Grottaferrata | Il Bar Philadelphia, un luogo di gentilezza dove i libri tornano a vivere e il caffè costa ancora 0,80 centesimi
Il Bar Philadelphia, in Via XX Settembre 22 a Grottaferrata, è un punto di riferimento per chi cerca un buon caffè e un'atmosfera di accoglienza e convivialità.
Aperto nel 1997, dal 2019, sotto la gestione di Claudio Mecozzi, il locale ha mantenuto un suo spirito autentico, sobrio e vitale.
Uno degli aspetti che rende il bar unico è la combinazione tra la qualità del servizio e l'offerta culturale. Grazie ad una sorta di 'book crossing', i clienti possono scambiare libri, creando una vera e propria comunità di lettori, oppure portare o prelevare dei testi. Il "Philadelphia" è un luogo dove i libri tornano a vivere, offrendo uno spazio e un punto di incontro speciale per chi ama la lettura. Claudio è apprezzato per la sua gentilezza e disponibilità. La sua presenza rende il bar un luogo dove la conversazione e la socialità sono parte integrante dell'esperienza. Che si tratti di una semplice chiacchierata o di uno scambio di idee, il Philadelphia si distingue come un posto dove il calore umano è tanto importante quanto la qualità dei prodotti che vengono offerti a un prezzo sorprendentemente basso. Un caffè, ad esempio, costa 0,80 centesimi.
Leggi tutto...
Mercoledì 25 Settembre 2024 00:00
Dopo aver terminato la tesi mi accorsi di avere ancora qualcosa da dire rispetto alle riflessioni della grande filosofa Simone Weil. ANTIDOTI è il risultato di alcuni pensieri postumi di quei giorni su avvenimenti di cronaca, sul colonialismo, sul lavoro. Spero lo troverete interessante. Nella favola n. 220 di Igino[1] già pubblicata su questo sito nel dicembre 2023, attribuita all’astronomo Hyginus del I secolo, si parlava di «Cura».
La «Cura», attraversando un fiume vide del fango cretoso; pensierosa, ne raccolse un po’ e incominciò a dargli forma. Mentre era intenta a stabilire che cosa avesse composto, arrivò Giove. «Cura» lo pregò di infondere lo Spirito in quello che aveva appena formato e Giove acconsentì volentieri. Ma quando «Cura» pretese di imporre il suo nome a ciò che aveva fatto, Giove non fu d’accordo: voleva che il nome imposto fosse il suo. «Cura» e Giove disputavano sul nome da dare e intervenne allora Terra, reclamando che all’oggetto del contendere fosse imposto il proprio nome, giacché lei gli aveva dato una parte del proprio corpo. I disputanti si rivolsero allora a Saturno quale giudice, ed egli comunicò la seguente equa decisione: «Tu Giove, poiché hai dato lo Spirito, alla morte riceverai lo Spirito; tu Terra, poiché hai dato il corpo, riceverai il corpo. Ma poiché fu la Cura che per prima diede forma a questo Essere, fintanto che esso vivrà lo possiederà la Cura. Dato però che la controversia riguarda il suo nome, si chiami homo poiché è fatto di humus.» Fintanto che siamo in vita, tener presente che è “la Cura” la nostra caratteristica principale come esseri umani, sarebbe già un ottimo inizio. E dato che “tocca agli uomini badare che non venga fatto del male agli uomini”[2] ho cercato di osservare se nella società odierna qualcosa potrebbe essere, per come si prospetta nei tempi a venire, un possibile male per gli individui.
Leggi tutto...
Venerdì 05 Luglio 2024 00:00
Nel maggio scorso a Prato, è stato inaugurato un parco urbano chiamato Il Bosco di Neofite, si tratta di 7500 mq nei quartieri Allende e Tobbiana. A firmare il progetto il noto neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, una società spin-off dell’Università di Firenze PNAT, Project Nature e l’Associazione Arte Continua.
Leggi tutto...
Giovedì 04 Luglio 2024 13:22
I libri li sogniamo, i libri li editiamo e da oggi li stampiamo anche. Eccoci qui, davanti al nostro nuovo locale. La serranda è già aperta. I sorrisi stanno già invadendo lo spazio. Facce felice di chi ha appena realizzato un nuovo sogno. Ieri il passaggio dal notaio e oggi finalmente facciamo prendere aria a quel desiderio cullato per tanti anni. A breve partiranno i lavori per inaugurare la nostra nuova microtipografia ecologica ad alta leggibilità. Ancora non ci crediamo, però è realtà. In periferia, nel luogo dove siamo nati, abbiamo creato un hub editoriale, una factory, una fabbrica dei libri. In una terra martoriata per anni dalla criminalità, questi ragazzi in foto, hanno acquistato un locale, hanno acquistato macchinari, hanno imparato, e oggi sono in grado di produrre libri con energia proveniente da fonti rinnovabili, su carta riciclata, con tecnologia di stampa a freddo. E' una roba pazzesca! In autunno vi faremo vedere la casa della Banda degli Onesti! Siamo felici, felici assai.
Leggi tutto...
Lunedì 01 Luglio 2024 00:00
Di tanto in tanto si affacciano al panorama culturale delle notizie che hanno dell'incredibile, delle quali a prima vista non si riesce nemmeno a immaginare la genesi. La notizia é del Daily Mail e riguarda il caso della SOAS Università di Londra (ex Scuola di studi orientali e africani) la quale vorrebbe escludere dai programmi di studio due dei più grandi pensatori greci della tradizione occidentale: li hanno chiamati "uomini bianchi morti" con accezione negativa. Cancellare Socrate e Aristotile dallo studio della filosofia equivarrebbe secondo loro a DECOLONIZZARE la filosofia, e perciò questo gruppetto di quattro studenti universitari stagisti con l'aiuto di quattro filosofi accademici (di materie piuttosto varie!) redigono e propongono una "nuova guida" al fine di introdurre una maggior evidenza delle prospettive filosofiche africane, asiatiche, mediorientali e dell'america latina.
Leggi tutto...
Sabato 29 Giugno 2024 00:00
Nella ricorrenza della nascita dell'autore del mio libro preferito, mi piace ricordarlo con le parole di tanti anni fa; le trovate ancora nel Menu qui a destra, alla voce Letture consigliate.
Il Piccolo Principe
Antoine de Saint Exupéri - Bompiani
Perché il Piccolo Principe è il mio libro preferito rimane un mistero.
Leggi tutto...
Martedì 25 Giugno 2024 00:00
Lo scorso settembre Meta, l’azienda a cui appartengono i social network Instagram e Facebook (oltre all’app di messaggistica WhatsApp), ha reso pubbliche le prime funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa, ovvero su quei software che, allenati su gigantesche masse di dati, sono capaci di generare testi, video e immagini che rispondano a una specifica richiesta. Sono funzionalità che, in un modo o nell’altro, negli ultimi due anni quasi tutte le grandi società tecnologiche hanno cominciato a introdurre o quantomeno testare.
Per funzionare bene, e continuare a funzionare sempre meglio, questi sistemi di intelligenza artificiale richiedono però che la massa di dati su cui si allenano sia progressivamente ampliata. In questo Meta è molto avvantaggiata dal fatto che le piattaforme di sua proprietà contengono miliardi di fotografie e post pubblicati dagli utenti nell’arco di vent’anni, in decine di lingue diverse. E infatti il mese scorso Meta ha cominciato a usare quei post, e soprattutto quelle immagini, per addestrare il proprio sistema di intelligenza artificiale, Meta AI.
Nel momento in cui ci si iscrive a Facebook o a Instagram se ne accettano i termini d’utilizzo, che dicono che Meta ha piena libertà di modificare, copiare o creare opere derivate da tutte le immagini e i video pubblicati sulla piattaforma. Sono esclusi i contenuti scambiati via messaggio privato e quelli che si trovano all’interno di profili privati, ovvero accessibili soltanto a chi chiede di accedere al possessore del profilo in questione. Secondo il giornalista Mack DeGeurin, comunque, la possibilità di attingere dai contenuti di «centinaia di milioni di utenti fedeli che caricano regolarmente foto e video ricchi di dati sulle sue piattaforme gratuitamente potrebbe dare a Meta un grande vantaggio rispetto alla concorrenza».
La decisione è stata comunicata agli utenti con una notifica sia su Facebook sia su Instagram, ma molte persone non vi hanno prestato molta attenzione, anche perché l’abitudine di ignorare le comunicazioni aziendali sui siti che si frequentano è piuttosto diffusa. Inizialmente, quindi, gran parte delle critiche è arrivata dagli artisti e dai creatori di contenuti che pubblicano le proprie opere su Instagram e Facebook e che sono molto attenti al rischio che l’azienda utilizzi le loro creazioni per allenare Meta AI. Il fatto che intelligenze artificiali generative come Midjourney e Dall-e possano riprodurre in modo piuttosto fedele lo stile di un artista, e quindi incidere molto sui ricavi che ottiene dal proprio lavoro, è infatti un tema molto sentito e dibattuto da quando queste tecnologie sono state rese pubbliche.
Negli scorsi giorni hanno cominciato a circolare moltissimo alcuni post e video su Instagram che ricordano agli utenti che è possibile chiedere a Meta di escludere i propri post dal processo di addestramento di Meta AI. segue ...
Leggi tutto...
Sabato 22 Giugno 2024 16:28
Dal 24 al 30 giugno uno spazio dove ascoltare buona musica, partecipare ai laboratori, e parlare della vita del Dottor Bach e dei suoi famosi Fiori. Vi aspetto tutte le sere dalle 18
Venerdì 21 Giugno 2024 00:00
di Vito Mancuso, filosofo e teologo
La musica non riguarda solo i musicisti: riguarda tutti noi. Io che scrivo e voi che leggete non dobbiamo essere altro che musica. Siamo suoni, ma dobbiamo diventare musica. Il senso dell’essere qui, per lo meno da come l’ho compreso finora, è accordare i nostri suoni: dapprima ponendoli in una successione tale da produrre una melodia, cioè la nostra musica interiore, e poi cercando di armonizzare la melodia ottenuta con quella del mondo e degli altri viventi. Questa armonizzazione tra la nostra musica interiore e quella del mondo e degli altri viventi si chiama religio. La religio (uso il termine latino perché quello italiano corrispondente è ormai consumato) è una successione ordinata dei suoni prodotti da quello strumento del tutto peculiare che si chiama libertà. Se c’è religio, la libertà si accorda con la Musica originaria, e di conseguenza con la musica delle altre libertà, riuscendo così a diventare una nota della Grande Armonia.
Prima ancora che negli strumenti fatti di legno o di metallo, prima ancora che nelle mani dei musicisti, la musica abita le nostre anime. Io penso che la spiritualità si possa definire come la colonna sonora della vita. Ospitare una colonna sonora piuttosto che un’altra trasforma il nostro rapporto con la vita. Avere al proprio interno una musica che infonde allegria e pace è uno dei doni più grandi che possiamo ricevere dalla vita. Alla fine di tutto il nostro fare, infatti, si tratta forse solo di essere musica: di essere una vibrazione che introduce calore, allegria e pace nell’immenso concerto del mondo.
[#Laviadellabellezza, #VitoMancuso]
Oggi 21 giugno è la #FestadellaMusica2024. In foto, la chiave di Sol secondo i vari compositori
|