Tato TASSO (e tata Angelica)

Lunedì 18 Ottobre 2010 17:17
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Angelica legge un brano dal nuovo libro di lettura della scuola.
 
TATO TASSO vuole un berretto rosso.


Tutti i giorni, tornando da scuola, Tato tasso si strappava di dosso il suo berretto verde e lo scagliava a terra gridando: - Non mi piace questo orrendo berretto! Ne voglio uno rosso! Tutti i miei compagni di classe hanno il berretto rosso!


Mamma Tasso raccoglieva il berretto e diceva: - Io non lo trovo affatto orrendo, Tato, anzi, mi pare molto carino. E poi il verde ti sta meglio del rosso! E papà Tasso commentava: - Non bisogna mica avere sempre quello che hanno tutti gli altri!
Ma Tato la pensava diversamente, e non faceva che lamentarsi.
Finché un giorno, mamma tasso decise: - Va bene, se proprio lo desideri tanto , andremo a comprare un berretto rosso.
Nel bosco c'era un solo negozio di beretti, e quelli rossi erano già stati venduti tutti. Tato continuò a piangere per tutta la via del ritorno. La sera, poi, quando andò a letto, seguitò a singhiozzare.
Quando finalmente si addormentò, papà tasso confidò a mamma Tasso:
Mi dispiace tanto per Tato. Non possiamo cucirglielo noi un berretto rosso? Potremmo usare il mio gilè rosso – propose papà Tasso.
Era la prima volta che mamma e papà Tasso  cucivano un berretto e poco prima di mezzanotte, ecco pronto un magnifico berrettino rosso!
L’indomani mattina, non appena lo vide, Tato fece un’incredibile capriola all’indietro: finalmente aveva un berretto proprio uguale a quello dei suoi compagni di classe.
- Grazie mamma! Grazie Papà! – esclamò raggiante di gioia.

 


Io:     Bé, alla fine ce l’ha fatta ad avere un berretto rosso come i suoi compagni.

         Però io sono d’accordo con Papà Tasso!
Angi:  Anche io!
Io:     Davvero?! e perché?
Angi:  eh, non lo so …
Io:     tata, è giusto, l’informazione è giusta! Ma perché lo è?
Lei ci pensa un attimo e mi dice: “Perché è importante essere se stessi”.

Io faccio immediatamente un breve coro da stadio seguito da un movimento tipo ola, mi complimento stringendole la mano, le dico che è una bambina intelligente e brava, ci battiamo il cinque e l’abbraccio schiacciandola un po’ qua e là, le faccio anche il solletico e i dispettucci. Lei sorride a metà tra lo stupore e la sorpresa: è contenta e si diverte nel vedere la reazione di questa mamma un po’ matta. Prima di mettere via il libro lo guardo un’ultima volta scoprendo in alto a sinistra l’indicazione relativa alla comprensione del testo che indica: Star bene con sé stessi. Lei per fortuna lo sa già.


* Christine Nostlinger, Le avventure di Tato Tasso, Einaudi.