Il consumo di carni in declino

Lunedì 06 Settembre 2021 00:00
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Per la prima volta in tanti anni, nel 2021 la vendita di carne è in declino in tutto il mondo: lo annuncia l'agenzia di informazione finanziaria Bloomberg in una recente notizia.

Rispetto al 2020: -12% negli USA, -4% in Argentina, la nazione più carnivora del mondo, e, si prevede, -1% in Europa.

Possono sembrare numeri piccoli, ma, spiega Bloomberg, nel mercato della carne anche una piccola diminuzione delle vendite è una rarità e il trend potrebbe essere il segnale di un allontanamento globale della proteine animali.

Perché questo declino?

La motivazione sembra essere puramente economica: i prezzi della carne sono aumentati da quanto è iniziata la pandemia di COVID-19: negli USA, i prezzi al dettaglio del manzo sono aumentati del 6%, quelli del pollo del 9% e della carne di maiale del 13%.

Ma i consumi potrebbero tornare quelli di prima, non appena si tornasse "alla normalità", come è successo nel passato in situazioni di recessione? Secondo Bloomberg no, la situazione stavolta è diversa grazie al boom dei prodotti vegetali.

Un numero sempre maggiore di consumatori decidono di diminuire o azzerare i consumi di carne per ragioni ecologiste, di salute e di rispetto verso gli animali. È una tendenza in atto in tutto il mondo, che coinvolge persone di tutte le fasce di reddito.

In particolar modo le generazioni più giovani sono sempre più attente alla salute e preferiscono mangiare meno carne, sia rossa che bianca.

Due forze in gioco per creare il cambiamento

Due forze si stanno quindi unendo per creare il cambiamento epocale di diminuzione del consumo di carne: l'aumento dei prezzi e la maggior consapevolezza delle persone.

Questa è l'analisi di Bloomberg, basata su interviste con consumatori, commercianti alimentari, analisti ed esperti di tutto il mondo. Speriamo con tutto il cuore che, in quanto esperti del mondo della finanza, abbiano ragione.

Si tratta di un'ulteriore conferma che, lungi dall'essere più costosa, come tanti erroneamente credono, la dieta vegetale è più economica di quella onnivora. Consente un bel risparmio sulla spesa alimentare e, ora che i prezzi della carne salgono, il risparmio è ancora maggiore.

Le vendite globali di prodotti sostitutivi della carne sono aumentate del 70% nell'ultimo decennio, ma non sono soltanto questi prodotti a essere consumati al posto della carne. Molte persone semplicemente tornano ai cibi vegetali tradizionali: piatti a base cereali, legumi e verdure, frutta e frutta secca, a buon mercato e più sani.

In entrambi i casi, l'ambiente ci guadagna moltissimo. Diminuendo il consumo di carne, diminuisce anche lo spreco di risorse (energia, terreni, acqua), l'inquinamento (dell'aria e delle acque) e l'emissione di gas serra. Ricordiamo che gli allevamenti causano emissioni di gas serra superiori all'intero settore dei trasporti mondiale.

Sull'aspetto finanziario non abbiamo nulla da aggiungere, gli esperti sono loro. Ma nell'articolo sono citati due presunti "svantaggi" di questa diminuzione dei consumi su cui abbiamo invece molto da aggiungere, perché si tratta di falsi problemi.

Falso problema 1: la disuguaglianza economica

Nell'articolo sostengono che l'aumento del prezzo della carne "inasprisce una delle più profonde disuguaglianze nel mondo: chi può avere abbastanza cibo con sufficienti nutrienti e chi non può".

Ci sono due errori in questa affermazione:

  1. non è la carne il cibo più sano e nutriente, ma sono i vegetali, che sono da sempre molto più economici dei cibi animali; i cibi animali sono dannosi per la salute, quindi consumarne di meno non è un danno per le persone, ma un vantaggio;
  2. vedere il consumo di carne come positivo e giusto, è un punto di vista molto opinabile; per fare un paragone estremo, ma che rende l'idea: è come lamentarsi dell'ingiustizia dell'alto costo delle droghe pesanti, che le rende inaccessibili alla maggior parte delle persone.

La carne costa comunque troppo poco rispetto ai danni che provoca: il prezzo corretto sarebbe almeno 10 volte maggiore. Molti studiosi hanno fatto notare che al prezzo di vendita andrebbero aggiunti tutti i costi per la salute e i danni ambientali che si deve accollare la collettività.

Falso problema 2: l'alimentazione dei bambini

Viene citata l'affermazione di una dirigente dell'ONU che, pur riconoscendo che la verdura, la frutta, i legumi e i cereali sono essenziali, i cibi animali sono gli unici efficaci ad evitare la malnutrizione nei bambini, in quanto densi di nutrienti.

Queste sono convinzioni basate su credenze ormai obsolete e non sostenute dalla scienza: sono i cibi vegetali a essere densi di nutrienti e non vi è alcuna necessità della carne, in nessuna fase della vita. Coi cibi vegetali si possono ottenere tutti i nutrienti necessari, dallo svezzamento in avanti, senza gli effetti negativi della carne per la salute, l'ambiente e il portafoglio.

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Fonte: SSnv-news