The making of 2 - Progetti vecchi e nuovi

Martedì 20 Ottobre 2020 00:00
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Un anno fa usciva L’uomo dei Fiori e lo presentavo per la prima volta in quella meravigliosa cornice che è il Teatro sul mare dell’Abbraccio di Lavinio.

Fatico ancora a dire “il mio libro”. In effetti non è ‘mio’ ma ‘suo’.  E’ un periodo della sua vita riportato in evidenza con l’aggiunta di particolari inediti e storici: un privilegio scriverlo.

Continuerò a cercare un modo per far conoscere il Dr Edward Bach - e il metodo da lui scoperto - cosa che del resto fanno tutti i BFRP nel mondo, ognuno coi propri mezzi e attitudini.

Torniamo però al progetto precedente, la fiction di cui avevo lasciato un sospeso; eravamo alla richiesta di un parere professionale, arrivato in effetti a metà dell'estate ...


Chi ha letto la miniserie in due puntate si è detto favorevolmente impressionato, colpito dal soggetto, confermando le potenzialità del racconto e dei personaggi – come era stato per il Romanzo! – pur segnalando le molte e diverse criticità relative alla stesura. Seguendo le indicazioni ho perciò iniziato a variare la prima puntata, a cercare di seguire il filo logico di quanto suggerito nelle puntate seguenti, ma ho finito per annoiarmi e, complice l’estate, ho lasciato il lavoro a metà. Ciò normalmente non sarebbe stato un problema: a settembre avrei ripreso i lavori, invece è successo un fatto inaspettato, qualcosa che é andata ad impattare fortemente sul prosieguo.

Un pomeriggio ho casualmente incontrato la cara D. in gelateria, non ci vedevamo da tempo, ci siamo messe a chiacchierare e tra una cosa e l’altra vengo a conoscenza della sua Laurea in Filosofia, conseguita in età adulta e per di più lavorando. Un mito!  Bravissima! Dovete sapere che Filosofia, le grandi idee del passato e grandi menti da cui sono scaturite, sono da sempre uno dei miei interessi e, vedendolo, mi ha incoraggiata sulla fattibilità del corso da parte mia, cosa di cui avevo sin lì dubitato. Insomma, per farla breve, mi sono iscritta alla Facoltà di Filosofia e da circa tre settimane frequento. 

Lo so, sembra una pazzia, un colpo di testa, il passo più lungo della gamba e tutto quel che volete. Sono probabilmente il peggior studente che si possa immaginare, senza alcun tipo di bagaglio adatto al ciclo di studi e forse non ce la farò, o forse ci metterò il triplo del tempo degli altri per studiare e capire, ma le lezioni d’università mi elevano già al di sopra del livello di bruttura del periodo, posizionandomi più in alto, come su un aereo in quota dove superato lo strato di nuvole c’é il sole e il cielo azzurro, e se anche sotto c’è il temporale non lo vedi più. Questo è meraviglioso. 

La mia mente se la gode, ha bisogno di godersela, ha bisogno di tempo per leggere e rileggere, elaborare, fermarsi a pensare. Mi emoziona leggere di Anassimandro che considerava nel 500 a.C. l’Apeiron come un tutto unico ed eterno immobile a sé stesso, dove all’interno, grazie a un movimento anch’esso eterno, si produceva l’infinita varietà dei fenomeni finiti: monti, fiumi, venti, mari, ogni specie vivente e l’uomo. L’indefinito come condizione del finito. Il grande sole del Dr Bach da cui tutti proveniamo e a cui tendiamo. “Tutti raggi dello stesso sole” Ricordate?

Ci avevo messo così tanto tempo a sfrondare e semplificare la comunicazione nell’apprendere il sistema dei Fiori – SIMPLICITY, per riuscire a dialogare con chiunque – e mi trovo adesso a rispolverare lemmi e recuperare un linguaggio tecnico specifico, la terminologia minima indispensabile alla spiegazione filosofica, oltre che imparare parole nuove che vedo padroneggiare tranquillamente dai miei compagni.

Ora che ne ho l’esperienza mi accorgo di quanto avevo sentito dire rispetto alla DAD – Didattica a distanza, per via del Covid – e cioè che la lezione online è manchevole rispetto alla presenza; se da una parte è estremamente comodo (per un adulto) seguire da casa, dall’altra viene meno tutta la parte relativa al mondo di relazione: l’incontro, il guardarsi, il fare insieme l’esperienza di lezione coi compagni e il Professore. E’ così: la DAD non è scuola.

Ho solo una domanda ancora senza risposta: perché avevo la necessità di avvicinarmi alle grandi menti? 

Non lo so esattamente. Ma se alle 11 di sera sono ancora li che cerco notizie su Plotino, forse è segno che la materia fa davvero per me. 

Certo, partire dal Livello zero è più complicato, ogni volta devo andare a rivedere più informazioni, parole, periodi storici. Avete presente il Livello zero del cartone animato Kung Fu Panda? Ecco. Con la differenza che io non sono il Guerriero Dragone …

Al momento seguo le lezioni del Prof. Spinelli per quella forma di ignoranza che mi contraddistingue, e delle cui lezioni non potrei fare a meno trattandosi della base minima indispensabile per un neofita; seguo poi il Prof. Donatelli: pare sia stato intervistato ieri al telegiornale, in merito alla nuova tendenza del mercato a ricercare filosofi per le aziende; e infine la Prof. Gagliasso, con la sua materia perfetta per i miei orientamenti. Ma la verità è che ho seguito almeno una lezione di ognuno degli altri Professori e, onestamente, SONO TUTTE materie estremamente interessanti, starei tutto il giorno a sentirli parlare, ma a un certo momento mi tocca ributtarmi nel Bios Praktikos, la dimensione più fattiva, anche perché il mio Mecenate torna la sera stanco e affamato e qualcosa nel piatto vorrebbe pur trovarlo.

Oggi, tra uno stiro e l’altro, ho ri-appaiato venti paia di calzini blu e neri giacenti sull'asse da giorni, una gioia che credo si possa valutare analogamente alla gioia degli studiosi quando riallineano testimonianze e frammenti dei presocratici, e che (immagino) sarà pari a quella di mio marito stasera, nel ritrovarli finalmente e ordinatamente disposti nel suo personale cassetto.

Al momento, la dimensione contemplativa e pratica vanno di pari passo.

A presto,

V.