Notizie da me

Giovedì 20 Gennaio 2022 00:00
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Prima di rimettermi a studiare ecco due notizie dell'ultimo minuto.

Frequentare l'università é stata una buona scelta, nonostante i sacrifici che comporta. Anche quest'anno, nel primo periodo accademico, ho seguito materie che hanno del meraviglioso: Filosofia del Linguaggio apre prospettive spettacolari sul nostro modo di comunicare, sui modelli storicamente in voga, sulle teorie continuiste e discontinuiste verso i nostri fratelli animali. Una delizia.

Quando il Professor Gensini parlò a lezione del film Il bambino selvaggio di Francois Truffaut ho fatto un salto all'indietro di quarant'anni e mi sono ritrovata bambina nella cucina di casa, la sera, davanti alla tv in bianco e nero. A quei tempi la televisione si accendeva solo la sera, e dopo il carosello (la pubblicità) trasmettevano i film dei grandi registi. E' stato bello il tuffo nel ricordo della famiglia riunita attorno alla tv e quello strano bambino che gesticolava e mugugnava per avere il latte nella ciotola.

Il professore parlò di Victor, il bambino ritrovato allo stato selvaggio nei boschi dell'Aveyron francese, in relazione alla capacità tutta umana di apprendere naturalmente la nostra lingua. Victor però, non si sa come, era stato cresciuto da animali del bosco, e si comportava proprio come un lupo; il medico Itard provò ad insegnargli le buone maniere umane, il linguaggio umano, ma non ci riuscì.


La soglia di apprendimento della lingua nativa nel bambino umano si fissa intorno ai 7-8 anni. Abbiamo una predisposizione genetica a imparare il linguaggio, che si sviluppa in una lingua madre, ma solo se succede entro la fase in cui il cervello è in grado di apprendere NATIVAMENTE la lingua. Se non interviene la cultura a sviluppare la facoltà in lingua, la facoltà si atrofizza.

Ma questo secondo me - senza essere Frans De Vaal - si può dire anche delle altre specie all'interno della propria nicchia ecologica: nelle scimmie, ad esempio. Anche loro imparano spontaneamente il loro linguaggio specie specifico, cioè il codice della loro specie scimmiesca, così come le api, le papere, i pipistrelli, le balene.

Prova ne sia che il bambino selvaggio non era rimasto digiuno di linguaggio FUORI DALLA SUA NICCHIA ma s’era adattato a imparare il codice di chi lo aveva allevato in natura, coi suoi mezzi umani del tutto diversi (non specie specifici) e come del resto i coniugi Gardiner avevano in seguito chiesto di fare a Washoe a contatto col mondo-linguaggio umano. Il medico Itard non riuscì più a reintrodurre il codice umano in Victor, era ormai troppo tardi, a differenza di Washoe, che apprese il linguaggio umano (la lingua dei sordi americani), e in modo stupefacente una volta reintrodotta nel suo ambiente era in grado di insegnare ad altri della sua specie quanto appreso.

Alla luce di quanto sopra mi sembra di poter dedurre che la capacità cognitiva per apprendere un qualsiasi linguaggio base specie-specifico o diverso sembrerebbe esser presente in ogni specie; il linguaggio di UNA SPECIE si sviluppa adeguatamente se imparato all’interno della propria specie, ma si sviluppa anche fuori, imparando i codici di altre specie, in misura minore per l'umano e in misura maggiore ad esempio per i primati. Un Discorso a parte meriterebbe la Lis (Lingua italiana dei segni).

La seconda materia che ho seguito é stata Filosofia Teoretica del Professor Musté, nella figura di Marx giovane e delle vicende del periodo storico che lo hanno riguardato, circa 30 anni. Marx é figura interessantissima, che ve lo dico affà. Inutile che stia qui a dire chi é Marx. Ma nel primo grado dell'alienazione, in relazione alla Natura e a Locke, trovo un punto che mi pare meriti considerazione.

Teniamo ben presente che siamo nel periodo storico ove le macchine (e la potenza del lavoro dell'uomo) si stanno sviluppando enormemente. Si parte dal fatto che l'uomo é proprietario del proprio corpo organico, organi e sensi, origine di ogni proprietà (e sarebbe strano se non fosse così, di chi altri dovrebbe essere il corpo se non di chi lo possiede?*) A un certo momento, secondo la teoria di Marx, l'uomo congiunge il suo corpo organico alla Natura - il corpo inorganico di Marx, quel che oggi chiameremmo Capitale naturale - trasferisce IL SUO LAVORO nel prodotto che si origina, e perciò comincia a pensare che quel prodotto gli appartiene.

Ad esempio, come dice Locke, quando raccoglie le mele dall'albero. O quando raccoglie la legna caduta dall'albero nel bosco demaniale, e viene ritenuto 'furto'. A me però é venuto da pensare che non é questione dell'albero che rilascia o non rilascia il prodotto** é che si é data per scontata l'appropriazione della Natura. Quel che l'uomo ha ritenuto suo, quel che gli é riuscito di fare suo a mezzo del suo lavoro, l'ha ottenuto solo grazie alla Natura, che é di tutti, e che permette la vita.

Perché mai la natura dovrebbe essere automaticamente ritenuta proprietà di chi produce, per il solo fatto che la sta usando? Dovrebbe casomai essere pensata come una sorta di prestito, da restituire integro.

Locke aveva considerato questo aspetto di proprietà comunitaria - un diritto in comune agli altri - quando diceva: 'almeno quando siano lasciate in comune per gli altri cose sufficienti e altrettanto buone' e certo, pur avendolo inquadrato come una donazione a fondo perduto (e sempre e solo esclusivo appannaggio umano) in virtù di una visione religiosa, e osservando l'abbondanza di terre, frutti e materie prime possibile per i suoi tempi.

Ma Marx, a mio modesto parere, essendo figlio del suo tempo, non ha visto l'appropriazione sulla Natura rispetto ai prodotti generati dal lavoro dell'uomo unito ad essa (la praxis). Ha notato l'appropriazione della società borghese sull'individuo ma non l'appropriazione dell'individuo sulla Natura. Il rapporto attivo dell'uomo con la Natura in Marx giovane mi sembra sia in chiave antropocentrica di produzione di vita/espropriazione di vita dell'uomo; ma la Natura in quanto Ente a sé, espropriata senza limiti da parte dell'uomo, ha dato il risultato della crisi climatica, economica e sociale odierna.

Così come il corpo é di chi lo possiede, anche la Natura dovrebbe appartenere solo a sé stessa ed essere tutelata da legislazione apposita.

Infine, l'ultima delle materie che ho seguito: il meraviglioso corso su Wittgenstein. Filosofo e logico austriaco, personaggio assolutamente geniale, difficile, di stimolo a conoscerlo di più. Non é materia facile Estetica del Prof. Marchetti, sebbene lui spieghi bene argomenti che non sono di immediata acquisizione.

Di Wittgenstein dirò solo che cambiò completamente idea dalle sue prime riflessioni sul Trattato Logico Filosofico dove era alla ricerca di rigore, al testo successivo pubblicato postumo, Ricerche Filosofiche, dopo essersi reso conto che non é possibile avere regole universali per il linguaggio - e certamente esistono regole perché un codice funzioni! - ma soprattutto perché il mondo é rappresentato nei fatti, nelle proposizioni che descrivono questi fatti, e non nelle cose che contiene; delle parole si può capirne l'uso solo nel contesto in cui vengono utilizzate, nella forma di vita e nel gioco linguistico dove sono espresse. Bel concetto, direi meraviglioso: il mondo non come totalità delle cose ma come il susseguirsi di eventi.

Dedica il suo Trattato a David H. Pinsent, filosofo britannico suo caro amico, morto in un incidente aereo, con il quale condivise una comune passione per la musica e alcuni viaggi di vacanza estivi in Islanda e Norvegia. Pinsent nei suoi diari parla spesso di lui, si erano conosciuti tramite Bertrand Russell.  Una curiosità: Pinsent era nato a Edgebaston - area al confine con Moseley - Birmingham, che come ricorderete è località a cui sono particolarmente affezionata, per via del luogo di nascita e infanzia del nostro amato Dottor Edward Bach.

Mi spiace di non avere più tempo da passare qui, con voi, ma lo studio (e gli esami!) prendono davvero una larga parte della mia vita.

Voglio aggiungere un'ultima cosa: i miei Professori sono dei grandissimi Professionisti. E' la loro chiarezza e preparazione a far sembrare accessibili i concetti molto complicati. Quando studi per l'esame torna alla mente quanto fosse in effetti la loro precisione semplice, e il loro lavoro di profonda comprensione a monte a far sembrare le cose facili, quando invece non lo sono affatto.

A presto.

V.

* argomento molto attuale col "vaccino", l'art. 32 della nostra Costituzione difende il possesso esclusivo del proprio corpo organico.

** il Diritto di proprietà del tempo parlava di 'furto' in ogni caso e Marx ne disquisiva in un articolo traendo una differenza: se lo rilascia l'albero a terra non é più furto, se lo stacchi dall'albero stai toccando la proprietà demaniale.