Giordano da Nemi

Lunedì 27 Maggio 2019 00:00
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Sabato pomeriggio ho partecipato all'interessante presentazione del libro Jordanus de Nemore.

GIORDANO da Nemi é stato un cittadino nemese del 1200 di cui sino ad oggi s'era saputo pochissimo, ma Massimo Biondi, giornalista ed editore impegnato in ricerche storiche, e Gianni Ibba, Consigliere comunale a Nemi, sono andati alla ricerca delle origini dell'importante matematico del XIII secolo, e hanno scritto un libro per rendere pubbliche le scoperte.

La caratteristica fondamentale del loro lavoro é che essendo l'anagrafe non in uso all'epoca, e mancando totalmente riferimenti scritti sull'uomo, ogni cosa é stata dedotta dai testi antichi, e il suo ritratto proviene esclusivamente da piccoli indizi dovuti al suo linguaggio, o in parte da coloro che ne hanno dato indicazioni indirette avendolo conosciuto.


Le parti in latino lette dalla Prof. Patrizia Audino erano di lingua antica, un suono più gutturale, e la lettura dell'introduzione ci ha come catapultati nello Scriptorium -  luogo di lavoro dei monaci copisti - dove ascoltavamo i primi pensieri del giovane Giordano.

La sede della presentazione era la sala sopra le antiche stalle di Palazzo Ruspoli, gradevolmente gremita, poco distante dal belvedere dove nelle notti estive si possono ammirare le famose "tre lune".

Palazzo Ruspoli era la dimora estiva dei monaci cistercensi romani, che vi si trasferivano per sfuggire alla calura della città eterna nei mesi più caldi. Giordano nasce nel 1180 da una coppia di Oblati - laici che si dedicavano al servizio di Dio - e quando i monaci si rendono conto delle attitudini e delle capacità matematiche del ragazzo, lo proteggono e lo fanno studiare, impiegandolo in seguito come copista. Diventa prestissimo un Uomo di Scienza, si sposta a Parigi, poi a Oxford, e i suoi trattati di artimetica, algebra, geometria si diffondono molto, vista l'ampiezza dei territori dove le sue opere sono oggi conservate. Le sue intuizioni gettano le basi per i lavori di Cartesio, il dislocamento delle masse e i piani inclinati, le forze di gravità, il calcolo delle superfici. 

La platea dei relatori era più che illustre. Avevano tutti letto il libro.

Il Prof. Aldo Onorati, celebre dantista, scrittore e poeta, ambasciatore della Divina Commedia nel mondo ha elogiato il lavoro di ricerca e di scoperta, ringraziando i fautori perché portano alla luce parti desuete e non vanno mai incontro alla popolarità, che sarebbe invece più facile da ottenere, come per le star della musica; il lavoro di ricerca é un lavoro di pregio perché vien fatto unicamente per portare conoscenza e l'ha ascoltato con devozione.

Le parole del Prof. Carmelo Pandolfi, filosofo, Docente dell'Università Pontificia Regina Apostolorum, sono quelle che ho apprezzato di più. Il suo meraviglioso intervento sullo scientismo - che non é scienza - e sui motivi dell'incongruenza della separazione con l'uomo, una stortura positivista, é stato coraggioso e carico di bellezza. Ci ha detto che Giordano é venuto in contatto a Oxford con Ruggero Bacone, frate francescano della Metafisica della Luce, e che le Università non sarebbero esistite senza il contributo dei Benedettini: in effetti, le più belle e antiche biblioteche sono spesso religiose. Non ho ben colto invece il passaggio sulla simbologia dei numeri - colpa mia, troppa poca cultura - e spero di avere un giorno una seconda chance di ascolto perchè era proprio interessante.

C'é poi stato il Prof. Danilo Capecchi, laureato in Ingegneria Civile Edile, in Matematica e in Filosofia, docente presso l'università La Sapienza, il cui commento "tutto ciò che fa l'uomo proviene dall'Anima, ammesso che uno ci creda, ma certamente c'é una componente spirituale" svela il buon equilibrio dei suoi studi; ha sottolineato che in una piccola classifica si potrebbe mettere Giordano davanti a Pisano - il Fibonacci.

Infine il Direttore dell'Enea di Frascati, Ing. Aldo Pizzuto, ha esordito con "un dato é scientifico se si può misurare e riprodurre" che mi é parso giusto ma superfluo, e in controtendenza rispetto al resto; più che un accademico mi é sembrato un uomo di potere. Alle sue parole ripensavo al gatto affamato e all'auto senza benzina, l'esempio del caro Prof. Del Giudice ("la fisica classica é sbagliata, basta, punto, non se ne parla più") che é il concetto tutt'ora per me più convincente. E' la materia vivente l'interessante, con le sue diverse e sconosciute regole rispetto alla materia inerte e passiva, no?

E' stato detto che Giordano da Nemi é da considerarsi tra i primi 50 matematici di ogni tempo. Quando pensiamo quel periodo storico lo facciamo spesso con un'accezione negativa, pensando all'ignoranza della popolazione dovuta alla semplicità dei mezzi del tempo, ma il pensiero medievale dei dotti era tra i più brillanti, intuitivi e collegati all'uomo nel senso più sincero. La ricerca delle leggi che regolavano l'universo era senza secondi fini, al solo scopo di capire per servire l'uomo e la collettività. Molto diverso da oggi, credo.

Ho avuto anch'io una copia del libro: mi sono fatta fare una dedica dagli autori e ho già cominciato a leggerlo. Credo mi piacerà.

V.