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di Valeria Ballarati

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Buon anno scolastico

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ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI MIEI STUDENTI


Oggi è stato per me il primo giorno di lezioni del nuovo anno scolastico. Nelle tre classi che ho avuto il piacere di incontrare ho cercato di far passare un messaggio, ed è lo stesso che proverò a lanciare con le altre: ragazzi, VI DOVETE ARRABBIARE.

In questa fase storica, chi vi invita pedissequamente al 'rispetto delle regole', non vuole il vostro bene. Chiarisco subito: il mio non è un invito all'anarchia e alla contestazione incontrollata e ingiustificata. Tuttavia, ripeto, non è questo il momento per invitare i giovani al mero e passivo rispetto di indicazioni che vengono dagli adulti. Negli ultimi tre anni, i ragazzi hanno sopportato passivamente decisioni illogiche e ingiustificate. Sono rimasti chiusi in casa, dietro un computer o un cellulare; hanno accettato il green pass per fare piscina, palestra o andare in pizzeria; sono stati dipinti come untori per poorononno o poorozio; hanno accettato di indossare un bavaglio - molto probabilmente inutile - per ore e nel luogo principale della loro crescita emotiva, culturale e relazionale. E molto altro ancora.

Ora basta: incazzatevi! E incazzatevi per queste cose, non per slogan preconfezionati da campagna elettorale.




Lavorate per voi, per il vostro futuro, per i vostri figli. Non possono essere solo pochi cinquantenni a e sessantenni (tra quelli lucidi rimasti in giro) a lottare per voi. Il futuro è vostro e di nessun altro.

Piuttosto che farvi pipponi sul senso di responsabilità, o sul fatto (parlo per le classi quinte) che "siete all'ultimo anno e ci sono gli esami" vi ho invitato e vi inviterò a trasformare la cultura in indignazione costruttiva. Indignatevi, indignatevi non appena la vostra coscienza ve lo suggerisce. Magari in qualche circostanza sbaglierete, ma lo avrete fatto in buona fede. Non subite passivamente niente. Nessuna regola, ad esempio. Le regole non sono la giustizia. Il che non vuol dire che non vadano rispettate, ma che si debba pretendere, da chi le impone, la presentazione del loro razionale e della loro legittimità: scientifica, logica, sociale, politica.

Questo è l'augurio che vi faccio. E che faccio in particolare ai ragazzi dell'ultimo anno delle superiori. Studierete la Storia del Novecento. Una Storia in cui incontrerete gente che non ha accettato il precostituito, che non a ha accettato ciò che altri decidevano per la collettività senza scrupoli o legittimazioni etiche. Gente che dato anche la vita per questi ideali. Gente che ha molto da insegnarci. Sempre. Oggi più che mai.

Per quanto mi riguarda, mi avrete sempre dalla vostra parte. Anzi, dalla parte della vostra crescita.

Buon anno scolastico, ragazzi.

Prof. Cesare Natoli - Messina

Ps.: non dimenticate di contestare anche me, se è il caso...


Vorrei aggiungere un commento al bel messaggio di Cesare per i suoi studenti:

"rispettare le regole" è anche sapere quali regole sono giuste e utiliNon siamo più ai tempi di Socrate! Che segue la legge come autentico gesto di giustizia e dimostra così la contraddizione della sua ingiusta condanna. Se la legge la fa un matto per scopi suoi ... che si fa?

Socrate ci insegna che la virtù è "sapere". Perché se non sai e ciecamente segui l'opinione falsa di qualcuno (la DOXA greca) non competente, o la legge d'un altro, che l'ha fatta per i motivi più vari, tu ne verrai rovinato. Un minimo di senso critico - e ricerca alla base - serve sempre. Fa bene porsi domande, e non solo i recenti fatti  di pandemia lo dimostrano, ma soprattutto perché  noi, dissidenti del vaccino, ci siamo appellati a quel tipo di giustizia che sarebbe propria della legge, mettendo  in evidenza che qui - pur essendo "Legge" - c'è qualcosa che è andato storto.

La legge non ha tutelato le persone e anzi, è stata causa di un rischio grave che ora emerge.

Di conseguenza non sono più "le regole" a metterti al sicuro nel mondo falsato di oggi: lo è invece sapere che si tratta di opinioni o Leggi RETTE.

 

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Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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