Il 17° Film dei Fratelli Joel e Ethan Coen, la coppia di Registi da sempre presenti nelle nostre Rassegne, a partire da “Barton Fink” (1991), proseguendo per “Il grande Lebowski” (1998), “L’uomo che non c’era” (2001), “A proposito di Davis” (2013), è concepito come un giro sulle montagne russe hollywoodiane che ci fa passare dai peplum ai kolossal, dai musical anni ’50 ai western, dalle commedie sofisticate ai film acquatici. AVE, CESARE! è un circo, una carrellata di caricature della Hollywood che fu, dove ognuno trova il suo posto in un mosaico ad incastro perfetto.
Eddie Mannix (un magnifico Josh Brolin) è un direttore di produzione, uno che risolve problemi. Per conto di un grosso produttore che vive a New York, si muove nel sottobosco di Hollywood salvando attrici dagli scandali, puntellando produzioni traballanti, facendo sparire foto osé e cercando di camuffare gravidanze fuori dal matrimonio. È il caso di DeeAnna Moran (Scarlett Johannson), diva delle coreografie acquatiche, eterea sugli schermi ma determinata nella vita reale che colleziona flirt che imbarazzano lo studio. Non solo: Eddie Mannix è la persona giusta per convincere e trattenere lo scontento regista Laurence Laurentz (Ralph Fiennes) che vuole sbarazzarsi della star del western Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), del tutto incapace di recitare, per il suo prossimo sofisticato lavoro. Quando scompare Baird Whitlock (George Clooney), uno degli attori più amati degli Studios, protagonista di un film su Gesù nella parte di un centurione, la situazione si complica. Anche perché costui è stato rapito da un gruppo di “insospettabili”: un gruppo misterioso che si fa chiamare “Il Futuro” e ha chiesto agli Studios un riscatto da 100.000 dollari o possono scordarsi la loro gallina dalle uova d’oro …
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Commento: Ma quanto era spassoso questo film! Siete proprio bravi a sceglierli per noi: grazie! "Dio non ha nessun figlio: é scapolo e molto arrabbiato!" :-) il gruppo degli sceneggiatori comunisti che rapisce la star per farsi rimborsare il lavoro sottopagato dalle major é un'idea strepitosa. E il CEO? Che ne combina di ogni e però si confessa solo le piccolezze? E poi lui, il divo, così credibile esteriormente, anche nel dialogo finale finché ... é sempre un attore! Finge! E naturalmente si scorda le battute. Simpatico anche quando viene schiaffeggiato dal capo e gli viene ricordato che ha valore solo ai fini del film :-) Forte anche il dubbio del direttore sul passaggio alla carriera - altrettanto mostruosa - in Lockheed: "dirigerai un'azienda vera, non un circo". Ha ragione lui, dopotutto non é così cattivo: dipende dall'idea che hai della cattiveria e di ciò che vuoi fare nella vita ... :-) che ridere. Fortissimo. Grazie.