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di Valeria Ballarati

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Home Cultura Mauro Corona, ode all'acqua pubblica

Mauro Corona, ode all'acqua pubblica

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Per l'acqua

 

Fermi! Giù le mani dal mio passo argentato.

Non sono mica vostra! Non sono affatto vostra!

Non voglio essere di qualcuno.

Sono di tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, sani e malati.

Sono torrenti, fiumi, ruscelli, sorgenti, rigagnoli.

Sono gocce, pioggia, neve, grandine. Nuvole.

Nessuno mi può comprare, dirmi roba sua.

Non sono un oggetto che si può rubare.

Sono l'acqua, l'acqua non ha padroni, non li vuole...

Ma loro vorrebbero me. Io sono libera, corro via, regalo momenti: disseto, lavo, rinfresco, ristoro.

Sono vita. La vita non si vende né si compra. La si può togliere.

Un tempo lavoravo. Facevo girare mulini e segherie, alzavo magli, muovevo ingranaggi. Davo una mano all'uomo e nessuno mi voleva soltanto per sé. Ero per tutti e tale voglio restare.

Aiuto! I furbetti mi vogliono comprare, privatizzare! Privatizzare?

Gente perbene indignatevi! Alzate un grido, alzate la testa, alzate i bastoni, se necessario.

Difendetemi dai furbastri. Vorrebbero privatizzare anche il fiato!

Io sono di tutti! Nemmeno le tegole mi trattengono.

Passo veloce alla grondaia, al ruscello, al torrente, al fiume, al mare.

 Vado dove mi pare. Vorrei andare dove mi pare.

Sono fuggitiva, corro, scappo, scantono, non fatemi imprigionare da chi vuol fare di me mucchi di soldi.

Patrimonio di tutti siamo rimasti in pochi: l'ossigeno, le nuvole e io.

Privatizzare me, è comprare le nuvole. Poi vi faranno pagare il respiro. Buoni, stiano buoni.

Voglio bagnare il viso di un bambino senza chiedere permesso a nessuno.

Tocca a voi, gente perbene, aiutarmi  a farlo ancora.

Mauro Corona a favore dell'acqua bene comune

 

Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

- See more at: http://www.paperstreet.it/cs/leggi/la-pazza-gioia-paolo-virzi.html#sthash.F3ffjhMI.dpuf

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoni 22 Semola

 

ELM

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