Il fallimento del cosiddetto piano Fiat “fabbrica Italia”, se mai è veramente esistito, è inserito nella più grande crisi del settore automobilistico a livello mondiale dall’esistenza dell’auto; una crisi che colpisce l’Europa e gli Stati Uniti ma anche i paesi delle economie emergenti raggruppati nell’acronimo BRIC, ad eccezione, per ora, del Brasile.
L’auto, già ormai da circa dieci anni, non è più il prodotto che contraddistingue lo status sociale degli individui e il grado di sviluppo delle nazioni, semplicemente perché non è più utile: è costosa, inquinante,paralizzata nel traffico di cui è essa stessa causa, l’automobile non ha più il fascino che ne ha fatto la regina dei consumi e dell’economia per tutto il XX secolo.
Oggi ci si sposta preferibilmente a piedi nelle città congestionate con il metrò o con le bici, con gli aerei per il mondo; soprattutto ci si sposta sempre più velocemente con gli smartphone e gli ipad, la comunicazione manner trend, ha sostituito la mobilità come elemento di riconoscimento e qualificazione dell’individuo con gli altri: conosco, vedo e parlo con molte più persone sui social network e con le video-tele-comunicazioni che spostandomi fisicamente.