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di Valeria Ballarati

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Home Anti Mafia Ecoreati una legge per guardare al futuro

Ecoreati una legge per guardare al futuro

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Ci sono voluti vent’anni: troppo, sicuramente. Ma a volte è preferibile essere positivi e cercare di comprendere l’enorme valore del traguardo raggiunto.

Da pochi giorni  è stata approvata la legge sugli ecoreati: un risultato importantissimo, chiesto a gran voce dalla società civile. Finalmente con questa legge che porta la firma di Micillo (M5S), Pellegrino (Sel) e Realacci (Pd) è reato ed è punibile penalmente chi commette delitti contro l’ambiente. D’ora in poi chi inquina potrà essere condannato fino a 20 anni di galera.

Nel mio ultimo spettacolo teatrale, scritto a quattro mani con Andrea Maurizi, ho affrontato il tema del fenomeno del radicamento mafioso nel centro nord Italia: come non soffermarci allora sul traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione? Come non parlare di uno dei più grandi business della criminalità organizzata?

L’operazione è sempre la stessa: scavare, utilizzare la terra buona per produrre calcestruzzo, oppure movimentarla per altri lavori edilizi ottenuti in subappalto. Riempire il terreno di veleni e ricoprire il tutto con uno strato sottile di terra buona. A questo punto costruirci sopra palazzi, centri commerciali e scuole.

E volte la realtà supera la fantasia, come rivela l’inchiesta ‘Star Wars’ del 2008: i mafiosi si sentono così sicuri che presentano una denuncia di inquinamento contro ignoti, così giusto per farsi pagare anche per la bonifica del terreno cercando di speculare anche sul passaggio di destinazione d’uso da agricolo a edificabile, per poi gestire i lavori e vendere direttamente gli appartamenti.


Come dice Catozzella nel suo libro ‘Alveare’ da cui è tratto il nostro spettacolo, per le mafie ogni buco è oro, perché ogni volta che si scava si scopre un tesoro.


Ma per me l’oro, quello vero, è rappresentato invece da tutti coloro che hanno speso la propria vita a combattere e denunciare questo osceno fenomeno, come Don Cesare Boschin. Mi ricordo bene quel pomeriggio caldo in cui Claudio Gatto mi ha raccontato la sua storia.

Don Cesare Boschin, vittima delle ecomafie. Trovato nel suo letto in canonica massacrato di botte, incaprettato e con un cerotto sulla bocca. Aveva parlato troppo questo sacerdote veneto quando si decise a denunciare i camion provenienti dalle concerie di Vicenza e Arezzo che di notte scaricavano rifiuti speciali nella discarica di Borgo Montello (LT). Anche qui, come nei migliori copioni d’omicidio per mano mafiosa,  questo fu bollato dalla cronaca come un delitto maturato negli ambienti gay e a scopo di rapina.

Troppe sono le vittime di questi criminali: il grande rammarico è il troppo tempo perso, la non punibilità di tutti coloro che sono scesi a patti con le mafie promettendo appalti e favori solo per una poltrona.

Ma come dicevo all’inizio, cerchiamo di guardare al futuro, che non è neanche troppo lontano. Tra pochi giorni infatti, il 2 giugno, scade il termine ultimo entro cui le regioni italiane devono dimostrare alla Commissione Europea di aver messo in sicurezza e/o bonificato le tutte discariche non in regola.

Già perché oltre la prima sanzione di 40 milioni d’euro, l’Italia è stata sanzionata dalla Corte di Giustizia europea a pagare oltre 42 milioni d’euro ogni sei mesi. Che ne dite, l’ Italia riuscirà a superare tale prova?

Fonte

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