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di Valeria Ballarati

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Cultura

Terraferma

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TERRAFERMA racconta un dramma attuale: quello dell’immigrazione clandestina. La tragedia di chi è sopravvissuto rimanendo a galla; il coraggio di chi rischia la vita per cambiare la propria storia e quello di chi pensa che prima della crudele legge dell'uomo venga quella antica e compassionevole del mare. E’ un atto d'accusa contro la strategia del terrore, che trasforma lo straniero in invasore. TERRAFERMA è l’approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un’isola saldamente ancorata a tradizioni ferme nel tempo.

È con l’immobilità di questo tempo che la famiglia Pucillo deve confrontarsi. Ernesto (il "puparo" palermitano Mimmo Cuticchio) ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo (Filippo Pucillo) ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e il tempo di suo zio Nino (Giuseppe Fiorello), che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti, e scarrozza orde fameliche di spensierati vacanzieri. Il ragazzo vive con tranquillità la sua condizione, preoccupato solo dagli atteggiamenti della madre Giulietta (Donatella Finocchiaro), giovane vedova propensa ad affittare la sua abitazione ai villeggianti per guadagnare i soldi che finanzieranno la “fuga” dal paradiso. Quando Ernesto e Filippo soccorrono una zattera di migranti durante una battuta di pesca e portano a casa una donna incinta, Sara (Timnit T., non un’attrice ma una donna che realmente, nel 2009, fu tra le poche sopravvissute di 80 eritrei che avevano tentato di sbarcare a Lampedusa, ma erano stati respinti) e l'altro suo figlio, Giulietta mal sopporta quella pericolosa convivenza forzata. Ernesto li ha accolti per l’antica legge del mare e poi, in fondo, Giulietta e Sara hanno lo stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e tutti sono messi di fronte ad una decisione che segnerà la loro vita…

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Completamente vivi

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Oggi pubblico questo trailer perché l'ho trovato bello.

Non so se leggerò il libro, ma guardarne almeno la pubblicità secoondo me vale la pena. Ciao

 

Anche se indirettamente questo risulta essere  un messaggio promozional-letterario. Siete avvertiti e comunque, non era mia intenzione.

 

Dice che era un bell'uomo e veniva dal mare ...

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Ciao Lucio, grazie.

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La Semplicità

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"La verità si trova sempre nella semplicità, mai nella confusione”
Isaac Newton, matematico, fisico, alchimista inglese.
 

“Che la semplicità del metodo non vi distolga dal provarlo, perché con il progredire delle ricerche anche voi vi renderete conto di quanto sia semplice tutto ciò che è stato creato”
Dr Edward Bach, inventore del metodo dei Fiori di Bach


“Indro s'irritava per le cose che non capiva; e detestava chi non voleva farsi capire. Intere categorie, dagli storici ai critici letterari, hanno diffidato di lui. Alcuni scambiavano la sua semplicità per semplicismo (senza rendersi conto che la propria complessità era confusione). Altri pensavano: dev'esserci sotto qualcosa! E invece, sotto la scrittura e la logica di Indro, c'era solo il ritornello di una canzone di moda quando avevo la tua età: acqua azzurra, acqua chiara.”
Beppe Severgnini, giornalista, che parla di Indro Montanelli sul Corriere della Sera del 18.07.11

 

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Festival delle Lettere 2012

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BANDO DI CONCORSO 2012
FESTIVAL DELLE LETTERE - ottava edizione
Milano, 27 gennaio 2012.

“Se potrei scegliere di scrivere una lettera, deciderò di scriverla a te che sempre un po’ di più ti stai scancellando dalla nostra vita, se mi chiederebbero a chi volevo scrivere io solo a te mi vieni in mente. E’ importante che le parole mettino un senso a quello che uno dopo voleva dire.
Ti hanno reso più povero da tutte le parti: televisione, radio, e anche un po’ in giro sulla bocca di tutti. Sembra che tu sei inutile, poco importante ormai. Le persone ti ridiino nobiltà, ti ridiino l’importanza che di un tempo avevi, dove eri importante per trasmettere emozioni, per comunicare. Eri ricco, fantasioso, pieno di sfumature, eri elegante ma poteva usarti tutti quanti perché fin da piccoli ti imparavano a scuola.
Tu nassi dal latino per renderci un paese unito perché oltre i dialetti era bello se avevamo una lingua comune. La cosa che mi fa un po’ paura è che la volontà di rendere più povero te è un modo per farci amministrare dalla poca fantasia, dai pochi pensieri e dalla scarsità di idee. Ecco perché ho deciso di scrivere questa lettera ad un italiano, anzi… all’Italiano. Con immensa stima.
Alessandro Betti".

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Con grazia ed ironia

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Il premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska - nata nel 1923 a Kornik (Polonia) e morta ieri a Cracovia all'età di 88 anni - aveva pensato per tempo al suo epitaffio, scritto naturalmente in versi: "Qui giace come virgola antiquata/l'autrice di qualche poesia. La terra l'ha degnata/dell'eterno riposo, sebbene la defunta/dai gruppi letterari stesse ben distante./E anche sulla tomba di meglio non c'è niente/di queste poche rime, d'un gufo e la bardana./Estrai dalla borsa il tuo personal, passante,/e sulla sorte di Szymborska medita un istante".
 
La poesia Epitaffio compare nella raccolta Sale, che è del lontano 1962. Ma i tratti più tipici della sua poetica ci sono già tutti: grande sense of humour, diffidenza verso l'appartenenza a scuole e gruppi letterari, frequente ricorso a tonalità basse, in sordina. Il tutto al servizio di una scrittura che sarà sempre tesa a risvegliarci dal torpore in cui cadiamo di continuo, mentre basterebbe tenere gli occhi aperti per cogliere i mille miracoli dell'esistenza: una nube che passa, un cane che chiede una carezza, l'incontro con un vecchio professore.
 Quanto a lei, Wislawa, riusciva a compiere il proprio miracolo grazie all'improvvisa accelerazione di immagini e domande che affollano ogni sua lirica, sì che nello spazio di pochi versi un evento qualsiasi spalanca al nostro sguardo le cose prime e ultime della vita. Affrontate sempre con semplicità, nitore e una paradossale congiunzione di "incanto e disperazione".

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Missione Restauro

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Rick  Dale, della Rick's Restauration di Las Vegas é davvero un n° 1.

E' capace di ridare vita a oggetti arrugginiti, ammaccati e non funzionanti di qualsiasi specie.  Hystory channel ha fatto della sua attività una trasmissione televisiva che va in onda in doppio appuntamento settimanale, il martedi e il sabato.

Molte persone hanno oggetti antichi a cui tengono e vengono da ogni parte d'America per sistemarli e riportarli agli antichi splendori, disposti a spendere cifre che vanno dai pochi dollari ai migliaia di dollari!

Con l'aiuto di Kyle e Cowboy - la sua squadra,  fantastici quanto lui - e una serie di lavori artigianali che hanno del meraviglioso perchè trasudano la passione e l'amore che ci mettono, una cura raffinatissima per i particolari, riportano oggetti di ogni epoca (dagli anni '20 in poi) a funzionare di nuovo perfettamente.

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Le più belle biblioteche del mondo

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Qualche giorno fa La Stampa proponeva le immagini di alcune biblioteche del mondo: mi sembravano pochine e non erano proprio palazzi storici e architetture di mio gusto.

Cosi sono andata alla ricerca di qualcosa di più esaustivo sulla rete e ho trovato un link con un elenco più completo e immagini davvero molto belle.

Io ricordo bene la Biblioteca del Trinity College di Dublino, in Irlanda, che ebbi la fortuna di visitare oramai nove anni fà.

E' stata un'esperienza magica. Nelle biblioteche antiche si respira un'aria che vale la pena sperimentare, non vi fate scappare l'occasione se siete nei pressi di una delle nostre meravigliose bilbioteche italiane.

In effetti nel link parlano solo di una famosa biblioteca romana ma sul nostro territorio la scelta non manca. Mi vengono in mente La Biblioteca Marciana di Venezia, la Biblioteca Trivulziana di Milano o la Sormani, l' Angelica di Roma, La Laurenziana di Firenze ...

Buona visione!

http://www.tripnblog.it/stopgo/le-20-biblioteche-piu-belle-del-mondo/

 

 

 

La società dei regali

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Bologna, 2120. I regali di Natale non esistono più, i nostri giovani ne hanno smarrito persino la memoria. Ma vorrei ricordare loro che un secolo fa, all’inizio del Terzo Millennio, in questi giorni le città brulicavano di umani alla disperata ricerca di regali. Era una sorta di febbre difficile da spiegare. Diciamo che, in sintesi, i regali si facevano a Natale perché gli altri giorni non esistevano. Oggi è difficile capirlo, immersi come siano in quella “Economia del Regalo” che ci pare una condizione eterna e naturale. Non è così: fino a pochi decenni fa l’economia era basata sul denaro, il che significa qualcosa che è ormai difficile persino da pensare: “nessuno ti regalava nulla, ogni cosa doveva essere pagata”. Incredibile, eh?

La grande evoluzione, si sa, iniziò con Internet, che nei primi decenni del millennio abolì il denaro in quasi tutti i settori artistici e intellettuali. Nel secolo precedente, musicisti, registi, giornalisti, scrittori “vendevano” i loro prodotti in cambio di denaro ma la rete erose progressivamente questa possibilità fino ad annullarla. Si arrivò a un punto in cui dischi, romanzi, film e articoli erano scaricabili gratis nel momento stesso in cui uscivano a pagamento. Ovvio che nessuno li comprava più. Le aziende chiusero e gli intellettuali cambiarono mestiere. Erano tempi in cui i giornali erano pieni di annunci tipo “ex pop star cerca qualunque lavoro purchè serio. No la mattina!!”.

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Ciao Fruttero

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Addio Fruttero, mi ha insegnato la leggerezza 

 
 
«Il Manzoni… bisogna leggerlo, assolutamente». Se n’è andato con il suo scrittore preferito sulle labbra, Carlo Fruttero. E con un sorriso, perché nelle ultime settimane sorrideva sempre. Sorrideva e viaggiava. Chiudeva gli occhi e andava in Inghilterra, in Cina, in Giappone, ma anche a Passerano e a Canelli. In posti dove non era mai stato e in altri che non visitava da tempo. Cosa ci andasse a fare, lo sapeva soltanto lui. Quando tornava indietro, non si perdeva nel racconto dei particolari. Diceva solo che aveva visto una certa strada, una certa faccia, un ricordo oppure un sogno ancora mai sognato. Aveva fretta di partire di nuovo. «La borraccia, riempitemi la borraccia. E la valigia. È pronta la mia valigia? Insomma, sbrigatevi. Quando mi portate via di qui? Devo fare un altro viaggio, devo andare a Torino!».

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Nascita di un Purgatorio

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(...)

Sino al XII secolo il Purgatorio non solo non esisteva, ma la prola purgatorium non era nemmeno un sostantivo. Certo non si può datare una credenza come si fa con un avvenimento, ma si può ragionevolmente far risalire la nascita del Purgatorio tra il 1150 ed il 1250.

Nell'esaminare a fondo gli avvenimenti e le idee dell'epoca, forte é la sensazione che la nascita del Purgatorio sia stranamente legata alla Terza Crociata (1187) indetta da Papa Gregorio VIII. Dopo il disastro delle prime due e le sconfitte subìte ad opera di Saladino, ben pochi avrebbero partecipato alla terza spedizione senza una sostanziosa contropartita. Non potendo questa essere corrisposta in termini economici (erano infatti necessari circa centomila uomini), la si configurò in termini spirituali. Si cominciò a parlare di Purgatorio, di punizioni nell'aldilà come consguenza dei nostri peccati, del fuoco e del gelo, e si lanciò per la prima volta l'idea che queste conseguenze potessero essere superate con una nuova formula chiamata "indulgenza".

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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoni 10 Crudelia


HOLLY

Per sentirsi meglio in caso di

Odio, Sospetto, Invidia, Gelosia

e altri sentimenti forti