Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Quando Einaudi bocciò Primo Levi

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Hai un manoscritto. Ti dicono che no, non è pubblicabile, non convince. E ci stai male, tu: perché in quel manoscritto ci sono storie di vita e di morte in un lager. Non sono storie. Sono Storie. E tu vuoi che vivano, che ri-vivano. Ma non sei uno di quelli che insistono, tu. Sei un mite. E forse forse tu stesso metti in dubbio il tuo talento (tanto che, anni dopo, dirai: Sono approdato alla qualifica di scrittore perché, catturato come partigiano, sono finto in un lager, come ebreo). Siamo nel 1947, a Torino. Primo Levi ha tra le mani il suo manoscritto, bocciato da Einaudi. E’ stata Natalia Ginzburg a dare il parere negativo.

 

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Fra cent'anni

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Da qui a cent'anni, quanno
ritroveranno ner zappà la terra
li resti de li poveri sordati
morti ammazzati in guerra,
pensate un po' che montarozzo d'ossa,
che fricandò de teschi
scapperà fòra da la terra smossa!
Saranno eroi tedeschi,
francesci, russi, ingresi,
de tutti li paesi.
O gialla o rossa o nera,
ognuno avrà difesa una bandiera;
qualunque sia la patria, o brutta o bella,
sarà morto per quella. 
 

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L'ultima malattia

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Che rapporto c'é tra emozioni e malattia?

Perché ci si ammala, e perché due ammalati, a parità di diagnosi, presentano un'evoluzione diametralmente opposta?

Quale é il ruolo del medico nel rapporto con il paziente, e come questo può influenzare la malattia?

Quale é il compito del medico nella medicina del futuro?

Possono i nostri pensieri influenzare il nostro stato di salute?

Dedica nella prima pagina: "A tutte le donne e gli uomini che fanno esperienza di una malattia: perché la fiducia prenda il posto della paura"



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Museo Diffuso Torre Colombaia

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Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre 2013 

si inaugura il Museo Diffuso Naturalistico nel bosco del bioagriturismo di Torre Colombaia

Vi invitiamo a partecipare!


L’Azienda bioagrituristica Torre Colombaia è attiva dal 1987, con 100 ettari di bosco conservati perlopiù inalterati nei secoli e con 60 ettari di coltivazione biologica; tutta l’area, oasi faunistica di ripopolamento e cattura, è stata inserita all’interno della Rete Natura 2000 nei SIC (Siti di Interesse Comunitario).

Il lavoro di documentazione fotografica e di valutazione ambientale raccolto ed elaborato in questi anni ha portato ad una catalogazione completa della fauna e della flora, e ad un'analisi dei diversi habitat presenti nell’area. Tutto il materiale prodotto, grazie all’opera di specialisti del settore, costituisce il filo conduttore del nostro progetto di Museo Diffuso.


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Una sentenza storica nella Terra dei Fuochi

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NAPOLI - La condanna in Appello dei fratelli Pellini a 7 anni di reclusione per disastro ambientale al processo scaturito dall’inchiesta “Carosello-Ultimo atto” arriva sul filo della prescrizione, una vittoria per i comitati di Acerra che temevano proprio l’allungamento dei tempi del processo.

Il dispositivo

La IV sezione penale di Corte d’Appello di Napoli ha condannato a 7 anni di reclusione Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, già riconosciuti colpevoli di traffico illecito di rifiuti in primo grado, per il reato di disastro ambientale aggravato, accusa quest’ultima che invece nel primo giudizio era caduta. Dichiara di non doversi procedere invece per l’associazione semplice per «avvenuta prescrizione»; dichiara di non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Buttone sempre per avvenuta prescrizione; e assolve Vincenzo Lubrano Lobianco, titolare di una cava-discarica di Bacoli, Fulvio Isè e i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio perché «il fatto non sussiste». Lanciava un appello perché si facesse presto contro la prescrizione, ed oggi esulta per la sentenza, Alessandro Cannavacciuolo, il nipote di uno dei pastori acerrani avvelenati dalla diossina: «Processo all’ecomafia, arriva una sentenza storica in memoria dei martiri per cancro di ieri oggi e domani». E l’avvocato di parte civile Domenico Paolella aggiunge: «Una sentenza importantissima, perché per la prima volta è riconosciuto il disastro ambientale aggravato. Si stabilisce un nesso tra il traffico illecito di rifiuti ed i danni all’ambiente. E con questa sentenza si allontana il rischio della prescrizione, che sarebbe stata una beffa».

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