Trent’anni fa un episodio segnò la sua vita. Da allora ha dedicato tutta la sua energia a piantare alberi su un banco di sabbia dimenticato dall’uomo e abbandoanta dagli animali. Il risultato è un vero è proprio miracolo: è riuscito a creare un vero e proprio ecosistema, una foresta tropicale di più di 1200 ettari ricca di piante e animali in via di estinzione. Un uomo, con le sue mani, partendo dai semi è riusciuto con le sue sole forze ha creare una meraviglia per questo pianeta.
Il suo nome è Jadav “Molai” Payeng, 47enne originario di Assam, regione dell’India settentrionale. Qui, nell’arco di tre decadi, è riuscito a rimboschire una superficie di 550 ettari e oggi la sua foresta, conosciuta in tutto il mondo come “Mulai Kathoni”, ospita centinaia di cervidi, conigli, scimmie e tantissime varietà di uccelli. Addirittura si è formata una piccola comunità di tigri reali del Bengala, che ha visto da poco aumentare il suo numero grazie alla nascita di due cuccioli.
"MI AVETE BRUCIATO VIVO NONOSTANTE IL MIO RAMOSCELLO DI ULIVO APPENA RINATO..."
A giorni avrei compiuto 315 anni ma voi uomini malvagi vi siete inventati che mi sono infettato di xylella e mi avete dapprima capitozzato eppoi, a distanza di un mese, mi avete bruciato vivo nonostante, lo potete vedere tutti, in alto sul mio ramo a destra, avessi ripreso a vegetare..
IN PUGLIA DAL 2012 AL 2014 AVETE RASO AL SUOLO 280.000 ULIVI "SANI" PER LA VOSTRA LUSSURIA
Nella Terra in cui sono nato, la Puglia, per costruire Resort, Alberghi, Piscine, Strade, Centri Commerciali, etc avete eradicato centinaia di migliaia di Ulivi che per secoli vi hanno ossigenato... ABBIATE ALMENO PIETÀ PER GLI ALTRI NOSTRI FRATELLI.
Come dice il Prof. Pietro Perrino, questa eradicazione è una pura "follia umana".. E tu che mi leggi, non essere complice e almeno. PASSA ... PAROLA..
Nel 1971, il Presidente Nixon firmò il National Cancer Act, un ambizioso progetto con cui si delineava la strategia della “guerra al cancro”, guerra che gli Stati Uniti erano decisi a combattere e ovviamente a vincere. Erano gli anni in cui l'uomo era arrivato sulla luna, la fiducia nelle potenzialità della scienza era pressoché illimitata e si riteneva che con poderosi finanziamenti ogni traguardo potesse essere raggiunto.
Erano anche gli anni in cui prendeva corpo l'idea che il cancro fosse una malattia “genetica” e che nascesse da una singola cellula in qualche modo “impazzita”.
Si pensava infatti che per un “incidente genetico” casuale avvenissero una serie di mutazioni a carico del DNA tali da comportare una proliferazione incontrollata e una sorta di “immortalizzazione” delle cellule figlie. L'idea era quindi che una sorta di selezione darwiniana conferisse vantaggi in termini di sopravvivenza e capacità di metastatizzare alle cellule figlie: queste diventavano via via sempre più aggressive e maligne rispetto a quelle di origine con un processo irreversibile che portava infine a morte l'organismo ospite. Il cancro era ritenuto una malattia dell'età adulta in cui, proprio per l'aumento della speranza di vita, era sempre più probabile che insorgessero mutazioni casuali: in qualche modo il cancro era visto quasi come un prezzo da pagare al nostro modo di vita e in definitiva allo “sviluppo” e al “benessere”.
Se l'origine del cancro risiedeva in un danno a carico del DNA, era logico quindi pensare di risolvere il problema cercando di svelare tutti i segreti del genoma e sperimentando terapie sempre più mirate che colpissero la cellula nel suo centro vitale, il DNA appunto.
Si chiama "Protocollo Chiara" il documento che dispone - nelle province di Trento e Bolzano - grazie alla battaglia di Chiara Dossi ammalata di linfoma di Hodgkin, la limitazione degli accertamenti fiscali nei confronti di pazienti affetti da gravi patologie che abbiano in corso terapie salvavita documentate. L'augurio è che venga esteso alle altre regioni d'Italia.
Il caso è nato quando Chiara Dossi, sociologa di 38 anni originaria di Arco in provincia di Trento, a casa per sottoporsi a cicli di chemioterapia, non ha aperto la porta - perché troppo debole e priva di forze - al medico dell'Inps che pochi minuti prima delle 19, ha suonato al suo campanello per la cosiddetta visita fiscale.
Dopo essere stata convocata dall'Inps a presentarsi il giorno dopo a Trento Chiara ha iniziato la sua protesta, e ha manifestato con energia prima sul suo profilo Facebook poi direttamente ai medici dell'Inps. E così ha portato avanti quello che pensa fosse un suo diritto e ha vinto.
L'ammissione da parte dell'Inps dell'errore e il suo caso è già arrivato a Roma, dove presto sarà discusso in Parlamento, un decreto legge dovrebbe modificare per sempre le cose. E così i malati gravi documentati e i malati oncologici gravi potranno essere esentati in tutta Italia - se non possono lavorare - dalle visite fiscali domiciliari e non solo in Trentino.
Come ve lo racconto l'entusiasmo che si sprigiona dai 40mila riuniti dentro all'Artemio Franchi di Firenze? Non si può, dovete andarci di persona, é necessario. Là si che vi renderete conto! Una volta all'interno dello stadio avrete la dimensione del fenomeno che quest'uomo e la sua band sono capaci di generare cantando. Vedrete l'attesa e la vitalità di un attacco preciso sui brani più famosi, per cantare tutti riuniti in un'unica voce, abbastanza forte da far sparire il potente impianto audio, tanto che ad un certo momento i microfoni debbano essere alzati.
I concerti del Komandante sono sempre una grande festa!
"Abbiamo tutti bisogno di dolcezza". Ma l’errore più grande che possiamo fare è cercarla nello zucchero, o nei dolciumi, o persino nei tantissimi cibi di produzione industriale in cui lo zucchero è "nascosto" in grandi quantità.
Le ultime scoperte scientifiche dimostrano, infatti, che lo zucchero è tutt’altro che salutare. In fin dei conti l’umanità è vissuta per 200 mila anni senza farne uso - si tratta di una scoperta relativamente recente - conoscendo solo frutta e miele come sapori dolci. Infatti secondo l’OMS lo zucchero dovrebbe rappresentare non più del 10% delle calorie che mangiamo, e anche secondo l’Istituto dei Tumori di Milano dovremmo cercare di consumarne il meno possibile per attuare un’efficace prevenzione contro i tumori. Per tacere dei bambini: sono di recente scoperta i collegamenti tra disturbi di apprendimento e eccessivi quantitativi di zucchero assimilati da merendine e bevande gassate.
E’ ora di dire basta all’abuso di zucchero non solo sulla nostra tavola, ma anche e soprattutto nell’industria alimentare? Noi pensiamo che sia il caso di avviare un serio dibattito per la salute dei cittadini.
Giovedì 11 Giugno alle 17, in Sala Tatarella alla Camera dei Deputati in via Uffici del Vicario 21.
Il nostro deputato Massimiliano Bernini ha organizzato un incontro a cui parteciperanno il prof. Franco Berrino, epidemiologo presso l’Istituto Tumori di Milano, esperti come Ennio Battista, Massimo Ilari, Elena Alquati, ed i portavoce M5S nelle Commissioni Agricoltura e Salute.
Milano, ‘incatenati’ contro taglio di decine di alberi: ‘Si fermino, esiste alternativa per salvarli’
Attaccati alle recinzioni del cantiere di A2A (azienda partecipata del comune di Milano): i cittadini di via Benedetto Marcello si sono ritrovati in presidio questa mattina per impedire l’abbattimento di un gruppo di alberi all’interno dei giardini dedicati a Falcone e Borsellino. Gli operai della municipalizzata avrebbero dovuto continuare i lavori di ampliamento della rete elettrica già oggi, dopo la sospensione dei lavori dei giorni scorsi quando alcuni residenti della zona erano entrati nel cantiere per impedire i primi abbattimenti. “Sono rimasti sei tigli e 24 alberi più piccoli – spiega un residente – vogliamo difendere uno degli ultimi spazi verdi della zona. Anche se A2A ha ottenuto tutte le autorizzazioni, è possibile elaborare un progetto alternativo” di Francesca Martelli
Commento:
Gli alberi sono esseri lenti, ci mettono molto tempo a crescere, anni, come le persone. Un solo uomo, in un'ora, puó distruggere molti piú esemplari (vecchi di anni) di quanti lo stesso uomo potrebbe metterne a dimora (giovani). C'é una certa differenza.
NAPOLI - La condanna in Appello dei fratelli Pellini a 7 anni di reclusione per disastro ambientale al processo scaturito dall’inchiesta “Carosello-Ultimo atto” arriva sul filo della prescrizione, una vittoria per i comitati di Acerra che temevano proprio l’allungamento dei tempi del processo.
Il dispositivo
La IV sezione penale di Corte d’Appello di Napoli ha condannato a 7 anni di reclusione Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, già riconosciuti colpevoli di traffico illecito di rifiuti in primo grado, per il reato di disastro ambientale aggravato, accusa quest’ultima che invece nel primo giudizio era caduta. Dichiara di non doversi procedere invece per l’associazione semplice per «avvenuta prescrizione»; dichiara di non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Buttone sempre per avvenuta prescrizione; e assolve Vincenzo Lubrano Lobianco, titolare di una cava-discarica di Bacoli, Fulvio Isè e i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio perché «il fatto non sussiste». Lanciava un appello perché si facesse presto contro la prescrizione, ed oggi esulta per la sentenza, Alessandro Cannavacciuolo, il nipote di uno dei pastori acerrani avvelenati dalla diossina: «Processo all’ecomafia, arriva una sentenza storica in memoria dei martiri per cancro di ieri oggi e domani». E l’avvocato di parte civile Domenico Paolella aggiunge: «Una sentenza importantissima, perché per la prima volta è riconosciuto il disastro ambientale aggravato. Si stabilisce un nesso tra il traffico illecito di rifiuti ed i danni all’ambiente. E con questa sentenza si allontana il rischio della prescrizione, che sarebbe stata una beffa».
Alcuni amici si stanno impegnando a tenere aperta una pagina internet dal titolo "iostoconerri". Lì raccolgono le dimostrazioni di sostegno, di affetto, di condivisione, iniziative, filmati. Nata spontaneamente l'idea "iostoconerri" ha già dato prova concreta che l'incriminazione non mi ha isolato, anzi ha istigato il risultato opposto. Sì, anche i pubblici ministeri nel mio caso possono istigare, a loro insaputa.Molte persone hanno sottoscritto "iostoconerri". E io con chi sto? Io sto con tutti loro e con la Val di Susa. Questo processo contro di me è appendice di innumerevoli processi al popolo della vallata. Sul banco degli imputati mi possono piazzare da solo, ma possono farlo solo lì. Già dentro l'aula e poi fuori di lì, isolata è l'accusa.
Erri De Luca
www.iostoconerri.net
Nota: il processo per istigazione a delinquere é stato rinviato al 18 marzo.
“E’ dura essere amato da dei coglioni”, dice Allah su una delle vecchie copertine di Charlie Hebdo che girano in questo momento per la rete. Verissimo, sacrosanto. Chi non sa ridere, chi non sopporta la satira, la critica, lo sberleffo, chi risponde con pallottole alle vignette, chi tira in ballo il buon gusto, chi censura e limita. Ecco, quelli sono i nemici di un’arte – ridere e far ridere – che ha per obbligo di farsene molti.
Charlie Hebdo non voleva, non poteva, farsi di questi problemi. “Meglio morire che vivere in ginocchio”, diceva il suo direttore, Charb, Stephan Charbonnier, ma con quelli lì, quelli lì di Charlie Hebdo, non sapevi mai se era una battuta. Oggi sappiamo che non lo era. Mitra contro vignette non è una lotta pari.
Sotto le pallottole di chi spara alla satira è morto anche Georges Wolinski, un vecchio meraviglioso zozzissimo genio di ottant’anni. Ecco, sparare a un vecchietto che disegna per far ridere la gente. Lui, li avrebbe presi per il culo meglio di chiunque altro.