Da quando l’ho conosciuta io, cioè da almeno quindici anni, è sempre stata moribonda. Bella – perché era tanto bella, la più bella – e moribonda.
“Maaarco, sto maaalissiiiiimo…”, ogni sua telefonata si apriva così. Poi partiva uno sfavillìo di battute, idee, progetti, commenti sull’ultimo articolo o l’ultima puntata di Servizio Pubblico, suggerimenti da farci un giornale intero. “Francuccia, non mi pare che tu stia poi così male”. “Ma va là, tu non puoi capire, sto sempre a letto. O muoio da me o trovo qualcuno che mi ammazzi. A proposito, tu che sei il diavolo conosci mica un killer?”. Una volta era la pressione (sempre bassa, bassissima), una volta la depressione, una volta l’ischemia, una volta l’aritmia, una volta la respirazione, una volta la vertebra schiacciata, una volta il prurito, insomma non ho mai conosciuto una moribonda più in salute di lei.
insieme a Occhi di Ragazza, Riderà é l'altra canzone che sentivo spesso cantare da mia madre.
Lo incontrai una volta casualmente, in autostrada. All'autogrill nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza e sostava nei pressi di un'officina meccanica mentre un addetto metteva acqua al radiatore della sua auto.
Io lo osservavo da lontano.
Vestiva pantaloni attillati, era proprio un rocker, ma dai gesti avevo l'impressione che fosse una personalità timida.
Dopo pochi minuti i controlli all'auto terminarono e ripartì. Noi dopo di lui.
Ieri ho fatto una cosa trasgressiva: alle prime ombre della sera, mi sono avvicinato all’edicola della stazione e ho comprato il Giornale di Sallusti, nascondendolo dentro l’ultimo numero di Playboy. Ma l’ho fatto per un motivo nobile: in prima pagina c’erano le foto di Audrey Hepburn e Ruby Rubacuori, due icone del nostro tempo. Saltati i paginoni con l’anticipazione dell’ultimo libro di Matteo Renzi e i più recenti annunci della Madonna di Medjugorje – che avrebbe detto, per bocca d’una veggente: «Cari figli, vi invito nuovamente ad amare e a non giudicare», soprattutto a non giudicare – sono giunto finalmente a p. 11: pagina interamente occupata dall’articolessa di Vittorio Macioce intitolata «Ruby è proprio come Audrey, usa il sorriso in cerca di riscatto».
Una volta Montanelli scrisse che in chiesa De Gasperi e Andreotti si dividevano i compiti: De Gasperi parlava con Dio e Andreotti col prete. «Sì, ma a me il prete rispondeva», gli replicò Andreotti. Forse ora toccherà a lui parlare con Dio e non se la potrà cavare con una delle sue battute. Ciniche, gelide, brevi: da star di Twitter prima di Twitter. Se Dio esiste, ci sono forti dubbi che sia democristiano (ecco, questa potrebbe averla detta lui) e meno che mai della sua corrente, per un pregiudizio anzitutto estetico (Sbardella, Vitalone, Evangelisti: più che ritratti sono foto segnaletiche).
Senza l’ambizione di rubare il mestiere al pubblico ministero celeste, un lungo soggiorno in purgatorio deve averlo messo in preventivo anche Andreotti. Fin dal giorno in cui decise di sporcarsi le mani con il potere. Perché il potere logora chi non ce l’ha, ma sporca tutti coloro che lo toccano, e chi sostiene il contrario è solo un fanatico, o un ipocrita.
Resta l’ironia, molto andreottiana, della scomparsa di un uomo che dopo sessant’anni di vita pubblica sembrava incarnare la prova dell’immortalità: non dell’anima, ma del corpo. Se ne va col suo carico intatto di misteri, ma dopo averne chiarito almeno uno: non è vero che tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia, come recita uno dei suoi tweet più celebri. Proprio perché a tutti succede di tirarle, prima o poi, tanto vale campare a testa alta e a cuore acceso. Fonte
Commento:
Certo, bisognerebbe aver realizzato che il potere non e' per niente interessante, non da felicita, ed e' strettamente legato al denaro e al malessere altrui. Roba complicata da interiorizzare ... Gram il Purgatorio non esiste: e' un'invenzione del Concilio di Trento del 1500. Nemmeno l'inferno esiste, dai. Andreotti e' andato in Paradiso, pure lui, e starà ancora rivedendo il film della sua vita: chissà come si dispiace. Chissà quante cose vorrebbe cambiare. Ma oramai e' tardi.
Benedetto XVI ha fatto un bilancio degli otto anni del suo pontificato, spiegando ai fedeli i motivi della sua rinuncia e ciò che farà nel futuro. Il Papa ha definito il suo regno “un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili".
E poi ha proseguito dicendo "mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e non la lascia affondare”.
C'é una bella poesia di Margaret Fishback Powers dal titolo"Ho avuto un sogno" più conosciuta come "Orme nella sabbia". Leggiamola.
L'altro giorno a casa dei miei suoceri ho ritrovato una vecchia copia di Chi dell'Aprile 2012. In prima pagina sorrideva la Signora Elsa (Monti).
Ho voluto leggere l'intervista e una domanda é per me sorprendente, vedendo com'é agguerrito oggi il consorte in campagna elettorale.
"Suo marito nel 2013 non si candiderà?"
Lei: "Mio marito non si é mai candidato a niente. Neppure al Rotary. Non fa parte di nessun club, di nessun partito. Quindi sono sicura che nel 2013 non si candiderà. E' sempre stato geloso della sua indipendenza intellettuale. E il fatto che sia "super partes" forse spiega il sostegno da parte di schieramenti politici che pur si oppongono tra di loro".
certo, l'associazione di idea con il film, per chi l'ha visto, é automatica.
Ma c'é una differenza: il protagonista del film di Moretti si era appena insediato e dopo un percorso intimo non se la sentì di condurre la chiesa - "La guida di cui avete bisogno non sono io, non posso essere io" - mentre Papa Ratzinger la chiesa l'ha guidata per qualche annetto.
Un'altra associazione di idea sorge spontanea con l'articolo del Fatto Quotidiano del febbraio scorso che titolava "entro un anno il papa morirà". Come non notare la coincidenza con le dimissioni, arrivate giusto in tempo per la scadenza.
Non so, un'idea precisa di cosa capita non ce l'ho ancora.
Di sicuro una preghierina non si nega a nessuno e quindi ... Santità, come richiesto, ieri sera ho detto una preghiera per Lei.
Per gli errori commessi, per quel che mi riguarda, non c'é bisogno di chiedere scusa: ne faccio sempre un sacco anch'io e credo ne risponderemo personalmente altrove, in altro momento. Per ora a me basta un suo sentimento sincero.
Mi é tanto piaciuta la risposta di Vito Mancuso, ieri sera su La 7 alla domanda:
Il Dr Brian Weiss ha sorpreso il mondo della psichiatria con le sue teorie sulla terapia regressiva alle vite passate, raccontata nel suo best seller: Molte vite, molti maestri.
Weiss ha introdotto il concetto di regressione come metodo terapeutico.
In questo seminario parlerà di regressione e meditazione che ti aiuteranno ad avere una nuova consapevolezza del mondo esistente oltre i tuoi sensi così da riscoprire lo scopo della tua vita sulla Terra.
Attraverso le visualizzazioni e la meditazione sarai condotto in un incredibile viaggio psicospirituale per esplorare i confini di mente e anima.
La regressione alla vita passata aiuta ad aprire la mente e il cuore, sblocca la creatività e aumenta i poteri guaritivi di mente-corpo.
Il Dottor Brian Weiss sarà a Roma, all'Hotel Ergife, il 17-18-19 Maggio 2013.
Caro Beppe, la chiesa di Roma difende le sue posizioni, le conferma e ribadisce periodicamente, cercando sempre di non cadere in contraddizione e di rafforzare sempre i pilastri del suo dogma. In questi giorni però, una riflessione l’ho fatta leggendo le testate: per il “re del porno” Riccardo Schicchi, funerali nella basilica dei santi Pietro e Paolo a Roma. Il pensiero corre subito verso un episodio che non ho mai dimenticato e che ricordo avermi provocato rabbia fino alle lacrime: la Chiesa negò, nel 2006, il funerale religioso a Piergiorgio Welby. Unica sua “colpa”, quella di aver desiderato espressamente la morte e soprattutto di non aver pensato solo a se stesso ma di aver portato avanti una causa che diventò un gran caso mediatico. Ora, senza venir additata come la bacchettona di turno (secondo me il funerale religioso non si nega a nessuno), io trovo assolutamente incoerente il trattamento riservato a queste due persone. Perché negare a Welby i funerali in chiesa, tra l’altro fortemente desiderati dalla moglie? Perché consapevolmente ha rifiutato terapie per mantenerlo in vita e ha voluto porre fine alle sue immense sofferenze? Non credo che in tutti i casi di suicidio la chiesa neghi i funerali. E perché invece accogliere i funerali in chiesa del re del porno, che durante la sua vita lavorativa, consapevolmente e senza pentimento è andato contro la morale della chiesa? Non è forse la chiesa che dovrebbe accogliere amorevolmente tutti? Papa Giovanni XXIII disse: l’errore non è condivisibile, ma l’errante va sempre accolto e amato. Alla luce di questa riflessione io continuo ad essere indignata, non dell’accoglienza in chiesa a Schicchi, ma del rifiuto ad un essere umano che per circa 40 anni ha dignitosamente sofferto non solo per l’avanzare della sua malattia, ma anche per portare avanti una causa che condivido pienamente.
Saluti, Roberta Franchi ,
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Commento: mi pare che si dica ... "due pesi e due misure".
Se la denuncia dei matrimoni omosessuali, presunti ‘contronatura’ e come tali perseguitati, è l’apoteosi orripilante dell’inciviltà, il massimo dell’indecenza viene raggiunto dal fatto che a propugnare l’oscurantismo più bieco sia proprio Santa Romana Chiesa. Come ieri – nel Messaggio indirizzato alla Giornata della pace – ha osato fare per l’ennesima volta; proprio attraverso il suo supremo rappresentante: Joseph Ratzinger. Sì, quello del tormentone di Stefano Disegni “dove essere finite mie pulcre scarpette rosse di Prada”. La sua dichiarazione testuale (e indiscutibilmente delirante, data l’insensatezza) sulle nozze gay è stata la seguente: “una grave ferita inflitta alla giustizia e alla pace“.