Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Red Chestnut (Ippocastano Rosso) - Preoccupazione per altri

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Per quelli che non possono impedirsi di essere ansiosi per gli altri. Arrivano spesso a cessare di preoccuparsi per loro stessi, ma si rendono molto infelici, perché spesso provano un'ansia anticipata per qualche avversità che possa colpire coloro che amano.

Questa é la definizione originale del Dr Bach.
Questo fiore si colloca nella categoria di coloro che hanno PAURA.
Nome Botanico: Aesculus carnea

E' il fiore di molte mamme, così preoccupate che i figli si facciano male da non lasciare loro alcuno spazio.
Potreste ad esempio vederle al parco e in continua apprensione non staccano gli occhi di dosso al pargolo, rimproverandolo  continuamente: "attento!" "No, non fare questo" "No, non fare quello" "Scendi di lì" "smettila: ti farai male!" mentre lui sta solo ... giocando. Una paura fortissima per la loro incolumità le spinge a preoccuparsi eccessivamente, anche quando non ce n'è motivo.

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Diario di un cinico gatto - Daniele Palmieri

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"Un giorno Dio comprese
il grande errore compiuto
nell'aver plasmato l'uomo
consegnandogli le chiavi
dell'intero creato.

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PINE (Pino Silvestre) - Autocritica e senso di colpa.

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"Per quelli che si autocriticano. Anche quando hanno successo, pensano che avrebbero potuto fare meglio e non sono mai contenti di se stessi né dei risultati ottenuti.
Lavorano duramente e soffrono molto degli sbagli che essi si attribuiscono. A volte arrivano a rvendicare la responsabilità di un errore commesso da altri."

Questa é la definizione originale scritta dal Dr Bach nel suo libro Guarire con i Fiori.
Pine si colloca nella categoria dello Scoraggiamento o disperazione
Nome botanico: Pinus sylvestris.

"E' tutta colpa mia" potreste sentir dire ad una persona in stato Pine. Queste persone hanno un profondo complesso di colpa, una sorta di rimorso che impedisce loro di vedere dove inizia e finisce la propria responsabilità. Essi si attribuiscono colpe anche dove non c'entrano nulla, vivendo come un grande peso la propria esistenza.

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Dove ha origine la malattia? La teoria del Dr Edward Bach

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Immersa nella campagna inglese a pochi chilometri da Londra una piccola casa di mattoni rossi si erge sopra un terrapieno: si chiama Mount Vernon ed è stata la casa e la sede di lavoro del Dr. Edward Bach, oggi museo e sede della Fondazione che porta il suo nome.

Il Dottor Edward Bach fu un brillante medico, chirurgo, immunologo e patologo vissuto agli inizi del novecento e grazie all’osservazione delle persone, delle emozioni umane e delle reazioni personali all’insorgere della malattia, scoprì un sistema rivoluzionario per il mantenimento della salute: i Fiori di Bach.

Si tratta di rimedi molto semplici provenienti da fiori, erbe di campo o gemme di alberi, molto comuni sul territorio; le Tinture Madri sono ottenute attraverso due metodi di produzione da lui ideati: l’esposizione solare e la bollitura.

I fiori di Bach non hanno controindicazioni né effetti collaterali, possono essere usati in associazione alle terapie in essere e possono essere somministrati a chiunque, anche a neonati e anziani, oltre che ad animali e piante.

Grazie ai suoi studi sui vegetali individuò 38 Rimedi singoli in grado di coprire la vasta gamma di emozioni umane e un mix di cinque fiori per affrontare le situazioni di emergenza, il più noto Rescue Remedy. Ma perché decise di occuparsi delle emozioni?

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Eugenio Serravalle risposnde a Maurizio Crozza sull'Omeopatia

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Caro Crozza,

nell’ultima puntata del suo spettacolo, il suo sarcasmo e le sue taglienti battute si sono concentrate sull'omeopatia. Oltre che suoi spettatori e simpatizzanti, siamo un gruppo di medici che praticano l'omeopatia. Abbiamo una regolare laurea in medicina, abbiamo per anni praticato la medicina ufficiale, e se abbiamo adottato la terapia omeopatica è perché, evidentemente, ne abbiamo sperimentato l'efficacia.

Il mestiere del comico ha una cosa in comune con quello del medico: basta poco a capire se sei bravo o no. Nel suo mestiere, o fai ridere o non sai fare il tuo lavoro. Nel nostro, o guarisci la gente, o la gente ti manda a spasso. Non puoi darla a bere, tanto più che noi non curiamo con l'omeopatia malati terminali cui dare un'estrema speranza cui appigliarsi, poco importa se efficace o meno. Non si può essere venditori di fumo quando si curano pazienti affetti da malattie tali per cui il paziente se ne accorge subito se la terapia è efficace o se deve ricorrere comunque ai farmaci tradizionali. E tra questi pazienti sono numerosi i bambini e gli animali che non sono influenzabili dall’effetto placebo.


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