Lincoln, l’alieno che scese sulla terra (e la cambiò)
di Elisa Battistini
Lincoln è un alieno che conosce gli uomini, legge i loro pensieri, manovra le loro debolezze. Il 16° presidente degli Stati Uniti sembra arrivato da un altro pianeta per essere l’interprete di una volontà superiore. Si materializza come evento della Storia, capace di usare ogni mezzo per avverare quell’ineluttabile che gli uomini comuni non hanno neppure la capacità di concepire possibile. Vero Principe machiavellico, come ha giustamente sostenuto sul Fatto Maurizio Viroli, o hegeliano individuo cosmico-storico, l’uomo che ha abolito la schiavitù per Steven Spielberg è l’incarnazione dello spirito della politica nobile, quella che osa portare la realtà in una terra ignota e più avanzata in nome del bene comune.
Il regista di Salvate il soldato Ryan – richiamato nella prima, feroce, scena iniziale di Lincoln – realizza un raffinato film-trattato su cosa significhi comandare quando si ha a cuore non il proprio destino individuale, ma ciò che è giusto e che quindi, solo, può riportare l’armonia in una società in guerra.