Qualche giorno prima, scendendo dal treno, Paul Lambert* era andato a far visita al vescovo di Calcutta. Questi abitava in una bella casa di stile coloniale circondata da un vasto giardino in un quartiere residenziale. Era un angloindiano di una cinquantina d'anni, dall'aspetto maestoso nella sua tonaca bianca. Portava una calotta viola e l'anello episcopale di ametista al dito.
"Sono venuto a vivere con i poveri" gli aveva detto semplicemente il sacerdote francese. "Non stenterà a trovarli" aveva sospirato il prelato. "Purtroppo qui ci sono poveri dappertutto". E aveva dato a Paul Lambert due righe di raccomandazione per il parroco della parrocchia di un quartiere popolare dall'altra parte del fiume.