Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Senza parole

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Il video in questione io non l'ho visto. Come ho già detto altre volte non me la sento più, dopo anni di visioni orribili di maltrattamenti ai danni degli animali.

Vi chiedo di fare lo stesso, se non vi sentite in grado di reggere le immagini forti che potrebbero lasciarvi sconvolti.

Chi é capace di uccidere non fa differenza, non discerne più, é in grado di farlo in ogni momento e in ogni situazione: per seguire un ordine, per divertimento, per istinto violento di sopraffazione.

Video

 

I bambini all'Opera

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Piccoli melomani crescono. Dopo il grande successo della passata stagione, prende il via oggi giovedì 26 aprile al Teatro Italia (via Bari, 18) il progetto “La Scuola all’Opera”, curato dal Dipartimento Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera di Roma – Progetti Speciali per le Scuole e le Università -  giunto alla settima edizione con un crescente aumento di consensi e partecipazione.

Si ripete anche quest’anno la formula collaudata del Laboratorio Spettacolo che a partire da oggi vedrà la messa in scena di due spettacoli al giorno fino a venerdì 1 giugno, per un totale di 39 repliche, con una novità: l’introduzione di recite pomeridiane il sabato e la domenica.

 

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Iniziativa "Grazie Prof.": manda una cartolina a Veronesi

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Chissà se qualcuno tra voi è rimasto colpito quanto me dal discorso del Dr. Veronesi al Quirinale, in occasione della Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro. Se non avete ancora avuto occasione potete riascoltare e leggere le sue parole cliccando qui.

Mi é sembrato un approccio così nuovo, così al passo coi tempi, così sorprendente nella richiesta di "polarizzarsi su nuove posizioni", "curare l'Anima per curare il corpo" e sentire finalmente parlare di Medicina della Persona, dell'Uomo nella sua globalità "con le sue emozioni, il suo carattere, le sue aspirazioni, le sue preferenze e le sue frustrazioni". Trovo sia   abbastanza confortante, oltre che un buon segnale per le persone in sofferenza.

Mi sembra però che alla notizia non sia stato dato il giusto risalto; nessun tg ne ha parlato, é passata come un po' in sordina e allora mi sono detta: ma diamoglielo noi il giusto risalto!

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Testimonianze di luce

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Ciao Lorenza,

grazie per aver accettato di parlare con me.

Iniziamo con una piccola presentazione: ci racconti qualcosa di te?

Sono una persona alla quale piace scrivere. In gioventù ho scritto valanghe di lettere, quando ancora usava scriversi. Ne scrivo tuttora, a volte. Mi piace, esprimermi così. Nel ’97, alla morte per cancro di una mia cara amica, mi sono messa a scrivere pensieri sulla malattia, quasi che la malata fossi io. Ne ho scritti circa 300 e li ho riordinati in capitoli nel giro di tre ore. Non chiedermi come ho fatto: non lo so. So soltanto, con assoluta certezza, che non ero io a farlo. Ne è venuto fuori un libretto che viene regolarmente ristampato e si vende tuttora. Questo mi ha dato il via.

Come nasce l’idea per “Testimonianze di luce”?
Ogni tanto mi succedono “cose strane”, che strane – l’ho capito bene – non sono. Ho incominciato a mettere per scritto quegli episodi allo scopo di lasciarne traccia per mia figlia. Un giorno, mi sono chiesta: “Possibile che capitino solo a me? Non sono mica speciale”. Così, ho incominciato a chiedere qui e là. Qualcuno ammetteva qualcosa, ma con grande difficoltà. Allora mi è nata quest’idea: far parlare gli amici, indurli a fidarsi di me, dir loro che siamo in buona compagnia. Ho insistito, ho intervistato, ho tormentato finché sono riuscita a mettere insieme una bella raccolta di testimonianze. (...)


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La Medicina Personalizzata

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Le emozioni. Che fanno tremare la voce. E la scienza. Che la rende inflessibile. E chi ha detto che non possono diventare la stessa cosa? Basta parlare con Ketti, ricercatrice allo Ieo, l’Istituto europeo di oncologia, sedersi in ascolto della sua vita e dei suoi progetti e ci si convince che è possibilissimo. Conquistati da quella che, tra parole e gesti e sguardi, si rivela alla fine come l’anima appassionata di un progetto di ricerca, di un’idea di professione. “Ketti: si scrive proprio così, mio padre mi spiegava che quando aveva dato il mio nome all’anagrafe lo avevano scritto in questo modo. Era l’epoca dei Pooh, di "Piccola Katy". Il padre, Fiore. Torna spesso la sua figura nel racconto commosso di questa scienziata “a tempo determinato”. Dipendente della Montedison di Porto Marghera e come altri suoi colleghi colpito da tumore. Al duodeno. “Non abbiamo mai voluto indagare se all’origine ci fosse quello stabilimento, anche perché poi lui cambiò e andò alle Fs. L’ho seguito nella sua malattia. E lì ho imparato da figlia il rapporto crudo e brutale che un medico può stabilire con un paziente e con la sua famiglia. Ci fu l’operazione. Chiesi al chirurgo come andasse. Lui mi rispose così: ‘L’operazione è finita. Lei preghi e incroci le dita’. Non bastarono le preghiere”.

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