Questa settimana i compiti erano due: il primo era scrivere un Pitch di 150 parole del proprio progetto, il secondo scrivere un racconto di tre pagine.
Il Pitch é un lancio, un testo piccolino che serve a comunicare la tua idea e deve avere un'unica caratteristica: essere eccezionale. Il Pitch é la scintilla che innesca tutto, il vuoto cosmico prima del Big Bang, per dirla alla Fellini, e se é ben fatto susciterà l'interesse di chi investe nel tuo progetto.
Il racconto invece fa parte di una raccolta. Vediamo se piace anche a voi, ho cambiato poche cose tra cui il titolo.
V.
Volevo cantare
Era divertente giocare a fare la cantante, da piccola.
Il mio palcoscenico era il piazzaletto davanti alla casa dei nonni, un quadrato di cemento liscio e chiaro circondato da siepi basse di bosso e salvia, dal giardino e dalla cancellata con l'ingresso. Prima dello spettacolo preparavo gli strumenti. Correvo in cantina a prendere la vecchia pompa per gonfiare le ruote delle biciclette, una comune pompa aspirante e premente, e sganciando il condotto dell’aria dal suo alloggiamento ottenevo il filo per la presa di corrente, come per i microfoni veri che avevo visto alla tv. Alzando lo stantuffo all’altezza del viso sistemavo un meraviglioso microfono e quand’era tutto pronto … cantavo. Oddio, cantavo: mi sembrava di avere una bella voce ma del risultato non sono poi così certa. Senz’altro adoravo l’arte, le luci della ribalta, la sensazione di potermi esprimere e riempire i monotoni pomeriggi di provincia con un gioco emozionante. Avevo circa sei anni, era il 1973.
Cantavo qualche canzone dello zecchino d’oro e del coro parrocchiale ma avevo una mia canzone preferita: Ma come porti i capelli bella bionda e arrivando al ritornello ci mettevo tutta la voce che avevo. Se un viandante passava di là per caso non poteva non notare la scena e osservandomi per un breve tratto proseguiva divertito.