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di Valeria Ballarati

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Geometria e finezza

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Buon Santo Stefano a tutti.


"La vraie éloquence se moque de l’éloquence. La vraie morale se moque de la morale, c’està‑dire que la morale du jugement se moque de la morale de l’esprit qui est sans règles.

Car le jugement est celui à qui appartient le sentiment, comme les sciences appartiennent à l’esprit. La finesse est la part du jugement, la géométrie est celle de l’esprit."


"La vera eloquenza si infischia dell'eloquenza, la vera morale si infischia della morale; la morale del giudizio, cioè si infischia della morale dell'intelletto, che é senza regole.

Il sentimento infatti appartiene al giudizio, come le scienze appartengono all'intelletto. La finezza é propria del giudizio, la geometria dello spirito. Infischiarsi della filosofia è fare veramente filosofia."

Pensiero 24, edizione Chevalier - Blaise Pascal

 

TESI 3.2 Obbligo e rispetto

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Come abbiamo visto Simone Weil parlava un linguaggio spirituale ma teso ai bisogni materiali. Negli ultimi mesi della sua vita scrive la Dichiarazione dei doveri verso un essere umano[1] dove distingue nettamente l’individuo dalla sua appartenenza alla collettività. Questa distinzione appare significativa nel mondano, sebbene sia (a ragione) insignificante per Weil.

“L’obbligo lega solo gli esseri umani. Non c’è obbligo per le collettività come tali. Ve ne sono invece per tutti gli esseri umani che compongono, servono, comandano o rappresentano una collettività, tanto per la parte della loro vita che è legata alla collettività quanto per quella che ne è indipendente.”[2]

Sul concetto di Obbligo torno tra un attimo, vediamo prima perché la distinzione appare importante.

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Nando, giustizia é fatta per l'eroe silenzioso

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E’ stata nascosta in una breve forse perché è una gran bella notizia. Gli estorsori dell’eroe silenzioso Nando Joseph Sumiththa, il cingalese napoletano, morto suicida, sono stati condannati a pene detentive tra i quattro e gli otto anni. La sentenza è stata emessa ieri sera dal giudice Isabella Iaselli su richiesta dei pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo.

Occhi lucidi e tanta rabbia nell’aula di tribunale dove si sono costituiti parte civile gli eredi di Sumiththa e il FAI, la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura con Tano Grasso. Resteranno in una cella a scontare la pena il boss del ‘cavone’ Ciro Lepre ‘o sceriff e gli emissari del clan Gianluca Testa e Roberto Domizio.

L’eroe silenzioso Nando Joseph Sumiththa non aveva abbassato la testa come fanno la maggior parte dei napoletani oppure ascoltato il consiglio dei falsi amici (“Tieni due figlie piccole, paga ogni mese e fatti i cazzi tuoi. Napoli non è lo Sri lanka”). Nando ha ascoltato, invece, la voce della sua coscienza di uomo libero. Aveva documentato registrando e filmando i taglieggiatori e poi presentato una denuncia dettagliata facendo finire dietro le sbarre i camorristi.

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Meta che addestra la sua IA

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Another Round Of Meta Layoffs To Begin Next Week - GoodreturnsLo scorso settembre Meta, l’azienda a cui appartengono i social network Instagram e Facebook (oltre all’app di messaggistica WhatsApp), ha reso pubbliche le prime funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa, ovvero su quei software che, allenati su gigantesche masse di dati, sono capaci di generare testi, video e immagini che rispondano a una specifica richiesta. Sono funzionalità che, in un modo o nell’altro, negli ultimi due anni quasi tutte le grandi società tecnologiche hanno cominciato a introdurre o quantomeno testare.

Per funzionare bene, e continuare a funzionare sempre meglio, questi sistemi di intelligenza artificiale richiedono però che la massa di dati su cui si allenano sia progressivamente ampliata. In questo Meta è molto avvantaggiata dal fatto che le piattaforme di sua proprietà contengono miliardi di fotografie e post pubblicati dagli utenti nell’arco di vent’anni, in decine di lingue diverse. E infatti il mese scorso Meta ha cominciato a usare quei post, e soprattutto quelle immagini, per addestrare il proprio sistema di intelligenza artificiale, Meta AI. 

Nel momento in cui ci si iscrive a Facebook o a Instagram se ne accettano i termini d’utilizzo, che dicono che Meta ha piena libertà di modificare, copiare o creare opere derivate da tutte le immagini e i video pubblicati sulla piattaforma. Sono esclusi i contenuti scambiati via messaggio privato e quelli che si trovano all’interno di profili privati, ovvero accessibili soltanto a chi chiede di accedere al possessore del profilo in questione. Secondo il giornalista Mack DeGeurin, comunque, la possibilità di attingere dai contenuti di «centinaia di milioni di utenti fedeli che caricano regolarmente foto e video ricchi di dati sulle sue piattaforme gratuitamente potrebbe dare a Meta un grande vantaggio rispetto alla concorrenza».

La decisione è stata comunicata agli utenti con una notifica sia su Facebook sia su Instagram, ma molte persone non vi hanno prestato molta attenzione, anche perché l’abitudine di ignorare le comunicazioni aziendali sui siti che si frequentano è piuttosto diffusa. Inizialmente, quindi, gran parte delle critiche è arrivata dagli artisti e dai creatori di contenuti che pubblicano le proprie opere su Instagram e Facebook e che sono molto attenti al rischio che l’azienda utilizzi le loro creazioni per allenare Meta AI. Il fatto che intelligenze artificiali generative come Midjourney e Dall-e possano riprodurre in modo piuttosto fedele lo stile di un artista, e quindi incidere molto sui ricavi che ottiene dal proprio lavoro, è infatti un tema molto sentito e dibattuto da quando queste tecnologie sono state rese pubbliche.

Negli scorsi giorni hanno cominciato a circolare moltissimo alcuni post e video su Instagram che ricordano agli utenti che è possibile chiedere a Meta di escludere i propri post dal processo di addestramento di Meta AI.

segue ...

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L'aspirante sceneggiatrice

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Laura, 26 anni, di Martinsicuro (TE) è un’aspirante sceneggiatrice.

Ha una Laurea in Arti visive dello spettacolo. Il cortometraggio da lei scritto – Maria Cristina – per un soffio non ha fatto parte della rosa dei vincitori esordienti al Milano Film Festival, ed è stato comunque proiettato perché meritevole, nonostante l’esclusione.

E’ alla sua prima esperienza di lavoro nel campo del lungometraggio e come costumista, a ottobre, ha fatto parte di una troupe di professionisti. Ho trovato il suo racconto interessante, per questo lo propongo a voi.


Ciao Laura, grazie per aver accettato questa intervista.

Ciao, grazie a te.

Prima di tutto una domanda di rito: perché vuoi fare questo lavoro?

Perché ho sempre amato tutto della lavorazione di un film. Dalla regia, al montaggio, dalla scenografia alla scrittura che è poi il punto di partenza assoluto. Semplicemente mi piace scrivere e la sceneggiatura è una forma di scrittura che mi permette di farlo e che mi consente poi di vederla crescere, mano mano davanti ai miei occhi.



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